Presepi e crocifissi nelle scuole, ira di Salvini: “Chi allontana Gesù non è un educatore”

Il Natale è alle porte e come ogni anno porta con sé una scia di polemiche riguardanti l’opportunità di allestire dei presepi all’interno delle scuole (che in quanto locali pubblici dovrebbero attenersi al principio di laicità dello Stato sancito dalla Costituzione). In questa discussione non poteva c’erto non entrarci anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che su argomenti che appassionano l’opinione pubblica tende sempre a farsi mostrare sulla cresta dell’onda.

Intervenendo su Rtl 102.5, Salvini ha commentato duramente la decisione di alcuni istituti di non fare il presepe o di non cantare brani natalizi dalla forte impronte religiosa in segno di rispetto nei confronti dei non credenti e dei credenti di altre religioni. “Non ritengo che Gesù possa dare fastidio a qualcuno. Il Natale è una festa bella che abbraccia tutte le fedi. Chi tiene Gesù fuori dalla porta di una classe non è un educatore, anzi, sta commettendo un grosso errore”.

Pochi giorni prima Salvini, su queste posizioni, era stato anticipato dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che aveva detto: “Il crocifisso è il simbolo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Non vedo come possa dare fastidio, anzi, può solo che aiutare a riflettere”. Per quanto riguarda i presepi nelle scuole, invece, “anch’essi fanno parte della nostra identità, per cui sono pienamente legittimati a stare negli istituti scolastici”.

Nel frattempo in Italia si rincorrono casi di scuole in cui, in un modo o nell’altro, si è voluto rinunciare al richiamo cristiano del Natale. A Ivrea, per esempio, le scuole hanno deciso di non partecipare al concorso per presepi onde evitare di tagliar fuori da questa iniziativa molti bambini appartenenti a famiglie laiche o di altre confessioni religiose. A Padova, invece, è stato proprio un prete a suggerire di non fare il presepe a scuola per rispetto nei confronti di tutti.

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