Ivass lancia allarme sulle false polizze assicurative

Il fenomeno truffe online non si placa e continua ancora a coinvolgere il settore assicurativo, nonostante il lavoro di controllo ultimamente portato avanti dall’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni).

Il Web è un luogo dove accade di tutto, senza continuità o limiti e, in quanto tale, merita da parte degli utenti tanta attenzione, soprattutto quando devono acquistare qualcosa. I truffatori seriali che hanno preso di mira le compagnie assicurative ed il ramo auto copiano identità, grafica e nomi per creare piattaforme fasulle, in gergo chiamate fake. In alcuni casi, il lavoro viene fatto talmente bene che risultano praticamente uguali alle originali, con un logo altrettanto identico. Non è facile contrastare questo fenomeno, anche se l’Ivass negli ultimi tempi è riuscita a chiudere parecchie piattaforme.

Purtroppo, i clienti sono quelli che ci rimettono di più, stipulando un polizza auto fasulla convinti invece di aver fatto tutto in maniera legale. Inevitabilmente, nel momento in cui le Forze dell’Ordine controllano l’effettiva valenza della polizza, la truffa viene a galla. Quindi, per l’automobilista la disgrazia si tramuta in soldi bruciati per nulla e sanzioni da pagare, con l’elevato rischio di vedersi sequestrata la vettura.

Il giro d’affari scoperto dall’Ivass è veramente notevole: 3 milioni di euro circa per migliaia di veicoli assicurati in modo irregolare. Nel 2018, i siti scoperti e successivamente chiusi sono stati 103. Ecco perché l’istituto di vigilanza sta continuando a monitorare il mercato assicurativo italiano.

L’ultimissima truffa scoperta è da parte dei Carabinieri di Pistoia: una donna della zona ha esibito la documentazione inerente alla polizza auto che lei pensava totalmente legale ma che in realtà era falsa. Sorpresa, la signora ha spiegato di aver sottoscritto la polizza online per una compagnia che pensava fosse domiciliata a Ferrara e che gli aveva inviato presso il proprio domicilio tutta la documentazione inerente. Quindi, non poteva neanche lontanamente pensare che fosse contraffatta. Purtroppo, l’auto le è stata sequestrata e anche comminata una multa.

Impostazioni privacy