Geloni e coronavirus, Doria a BL: “Vi spiego cosa emerge dalla ricerca”

Intervista a Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP: geloni, Erythema Pernio-like e coronavirus. 

Non un allarme, una semplice constatazione: la crescita del numero di casi in coincidenza con l’emergenza coronavirus ha fatto drizzare le orecchie ai pediatri. Parliamo dell’Erythema pernio-like, i geloni, riscontrati ultimamente nei bambini: BlogLive.it ha intervistato Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della Federazione Italiana Medici Pediatri per capirne la correlazione con il Covid-19.

“Abbiamo riscontrato questi episodi anomali di eritema pernio, questa sorta di geloni. E’ una manifestazione infiammatoria dell’estremità, prevalentemente dei piedi, che dà questa irritazioni. Solitamente compare nel periodo invernale, soprattutto nei bambini più esposti al freddo. Stranamente si sono riscontrati dei casi un po’ più numerosi rispetto al solito, in un periodo nel quale ci si avviava verso la primavera e nel momento di maggior diffusione dell’epidemia da Covid-19.

Non abbiamo fatto una correlazione tra l’eritema pernio e il coronavirus: diciamo che ci sono questi dati e che su 14 bambini a cui è stato fatto il tampone, uno solo è risultato positivo. Però c’è da considerare che i bambini sono stati poco testati e non hanno fatto il tampone i soggetti non sintomatici o con sintomi poco specifici o per nulla specifici, come appunto l’eritema pernio”.

Geloni sintomo di coronavirus, l’intervista a Doria

geloni sintomi di coronavirus
Una famiglia a passeggio con mascherine (Getty Images)

Il dottor Doria ci spiega che sono 100 i casi raccolti in 20 giorni: “Non sta a noi dire se c’è una correlazione. Si capirà soltanto dopo, quando verificheremo se questi bambini sono entrati in contatto con il coronavirus. E’ un punto di partenza, non di arrivo”.

Si è parlato di inserire i geloni tra i sintomi del Covid-19

“Abbiamo riscontrato questi casi di geloni, poiché sono numerosi c’è chi pensa di inserirli tra i sintomi del coronavirus. Il Covid-19 abbiamo visto che non colpisce soltanto l’apparato respiratorio come si pensava in origine. Non dimentichiamo che parliamo di un virus sconosciuto. Ad ogni modo è precoce per me inserire l’eritema pernio nell’insieme sintomatologico del virus. I dati preliminari non confermano questa correlazione, ma serve cautela: non ci sono dati scientifici solidi”.

Qual è il consiglio per i genitori che dovessero riscontrare questo tipo di eritema nei loro figli?

“Devono rivolgersi al pediatra di base, fargli vedere le immagini e valutare l’eventuale possibilità di approfondimento. In alcune realtà in questo momento anche i bambini con eritema pernio, se inviati a fare il tampone, lo ricevono. Ma sono scelte locali”.

Nei giorni scorsi è parlato anche della correlazione coronavirus Malattia di Kawasaki

“Le manifestazioni cutanee della Kawasaki sono diverse rispetto all’eritema pernio e, soprattutto, tale patologia è caratterizzata da sintomi che nel loro insieme spingono a fare questo tipo di diagnosi. La caratteristica principale della Kawasaki è la febbre elevata per più di 5 giorni con congiuntivite e alcune forme di eritema del viso e del palmo delle mani che è abbastanza caratteristico”.

Fase 2, Doria: “I ragazzi hanno paura di uscire”

Dopo due mesi in casa, ci sono dei segnali su quanto l’isolamento abbia pesato, soprattutto a livello psicologico, sui bambini?

“Indiscutibilmente sì e di vario tipo. Quelli che hanno risentito maggiormente dell’isolamento sono soprattutto i pre-adolescenti, i ragazzini delle scuole medie per intenderci. Molti hanno interiorizzato l’isolamento e uscire di casa è diventato un pericolo, quando sappiamo che il problema non è uscire ma il contatto. Occorre farlo capire. Per i bambini più piccolini è fondamentale l’esempio dei genitori. Se sono sicuri, tranquilli, senza ansia, a loro volta sono bambini più sicuri e tranquilli”.

Si sente di dare un consiglio ai genitori nell’affrontare la fase 2 con i loro figli?

“Occorre grandissima responsabilità da parte dei genitori, soprattutto quelli che tornano a lavoro. Usare i dispositivi di protezione, lavarsi spesso le mani, che è meglio di indossare i guanti. Poi portare all’esterno i bambini in sicurezza: se possono e se riescono, fargli indossare la mascherina, anche se non obbligatoria al di sotto dei sei anni. Poi evitare i luoghi chiusi, come i supermercati. Non bisogna pensare che la fase 2 significa che ci si può assembrare”

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