Reddito di cittadinanza ai boss delle cosche calabresi

Oltre cento boss e gregari delle cosche calabresi hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza: lo ha scoperto un’indagine della Guardia di Finanza

Reddito di cittadinanza a favore dei boss della criminalità organizzata calabrese. E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Reggio Calabria nell’ambito dell’indagine ‘Mala Civitas’. Ben 101 i boss e i loro gregari che hanno percepito il sussidio secondo quanto accertato dall’inchiesta. Denunciati richiedenti e fruitori: esponenti di spicco dei gruppi criminali di  Gioia Tauro o delle ‘ndrine reggine dei Tegano e Serraino; nell’inchiesta sono finiti anche capibastone della Locride appartenenti al gruppo dei Commisso-Rumbo-Figliomeni di Siderno e poi appartenenti alle famiglie Cordì di Locri, Manno-Maiolo di Caulonia e D’Agostino di Canolo.

Tutte le persone al centro dell’inchiesta sono state segnalate all’Inps che ora dovrà prevedere a bloccare i benefici ottenuti e a far partire la pratica per la restituzione delle somme già versate. Si tratta di oltre 500mila euro ai quali si sarebbero aggiunti altri 470mila se non fosse scattata l’inchiesta. Un possibile danno alle casse dello Stato da quasi un milione di euro, soldi che in parte sono finiti già nelle tasche dei boss e dei gregari delle cosche calabresi.

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Reddito di cittadinanza ai boss: il caso si ripete

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Un modulo per la richiesta del reddito di cittadinanza (Getty Images)

Non è il primo caso di boss che percepiscono il reddito di cittadinanza. Oltre ai 101 scoperti nell’ambito dell’operazione ‘Mala Civitas’, che ha controllato 500 nomi appartenenti alla criminalità organizzata, altre decine di casi erano già stati individuati nei mesi scorsi nell’ambito di un’altra operazione. Allora tra i percettori del reddito di cittadinanza erano stati individuati non soltanto persone economicamente benestanti, ma anche condannati per mafia e detenuti. In quell’occasione i sussidi illeciti erano stati ben 237.

Ora ne sono stati scoperti altri 101 con nomi di spicco delle cosche della Calabria. Tra i nomi finiti nelle maglie dell’inchiesta anche Alessandro Pannunzi, figlio del boss Roberto, uno dei più importanti trafficanti mondiali di cocaina.

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