George Floyd, l’accusa al poliziotto fa scandalo: omicidio colposo

L’omicidio Floyd ha ora un colpevole in manette: è Derek Chauvin il nome del poliziotto che ha ucciso il 46enne. I due si conoscevano avendo lavorato insieme

Il responsabile dell’omicidio di George Floyd è stato assicurato alla giustizia. Derek Chauvin, come rivela Jophn Mark Harrington, capo del dipartimento di pubblica sicurezza del Minnesota, è stato arrestato ed è indagato per omicidio colposo. Un particolare che ha indignato parecchio l’opinione pubblica americana, visto anche lo scioccante video in cui si vede il momento esatto in cui Floyd perde la vita. Il poliziotto – anzi, ex visto il suo licenziamento insieme ad altri tre agenti coinvolti nella morte di George Floyd – dovrà quindi difendersi nelle sedi opportune. Al momento solo Chauvin è finito in manette mentre resta ancora tutta da chiarire la posizione dei colleghi del poliziotto.

L’agente ed il 46enne afroamericano tra l’altro si conoscevano. E’ stato il vicepresidente del consiglio comunale di Minneapolis a svelarlo in un tweet. Andrea Jenkins ha spiegato come i due avessero lavorato in un night club come addetti alla sicurezza. Emergono intanto nuovi dettagli sulla condotta di Chauvin. Il poliziotto nel corso della sua carriera per il suo comportamento ha ricevuto circa una decina di denunce eppure mai era stato sottoposto a provvedimento disciplinare.

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Omicidio Floyd, i risultati dell’autopsia: non è morto per asfissia

scontri a Minneapolis
Scontri a Minneapolis (Getty Images)

Le proteste in Minnesota sono continuate per il quarto giorno consecutivo eppure l’autopsia avrebbe dato indicazioni decisamente in controtendenza con quanto si potesse immaginare. Nel referto dei primi esami autoptici si legge come il 46enne afroamericano non sia morto per asfissia tanto meno per strangolamento. Un mix di situazioni hanno invece provocato il suo decesso, compreso patologie pregresse come problemi coronarici ed ipertensione arteriosa. L’arresto da parte della polizia ha solo contribuito al decesso. Una giustificazione che ovviamente non basta, vista la dinamica che ha portato alla sua morte.

I familiari dell’uomo però hanno già chiesto una seconda autopsia indipendente. La famiglia del 46enne non crede infatti ai primi rilievi ed ha dato mandato a Michael Baden, medico legale, di eseguire dei nuovi test. Si promette dunque battaglia, con la famiglia di George Floyd fermamente convinta di come si tratti di un vero e proprio omicidio ai danni dell’uomo.

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