Francesco Repice: “Non sono razzista ma non mi inginocchio”

Francesco Repice lancia una provocazione sarcastica con un video postato sui social. Dice di non inginocchiarsi per la morte di George Floyd

“E se mi sbuccio il ginocchio? E se poi mi esce sangue a contatto con l’asfalto?”. Così Francesco Repice con un video che sta facendo il giro dei social sul proprio profilo Instagram annuncia di non inginocchiarsi per protestare contro la morte di George Floyd.

La sua è chiaramente una provocazione, un messaggio sarcastico. Inginocchiarsi in queste settimane è diventato un gesto di protesta antirazzista dopo la morte di George Floyd per mano della polizia americana. Gesto molto diffuso soprattutto nel mondo dello sport e da ieri anche nella Formula 1.

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Repice: “E se prendo il Covid per colpa degli immigrati?”

Francesco Repice proteste
Ormai in tutto il mondo lo sport protesta con lo stesso gesto (Getty Images)

Probabilmente le parole di Francesco Repice fanno riferimento al pilota della Ferrari Leclerc, sbeffeggiandolo. Il ferrarista, infatti, aveva dichiarato di non voler aderire alla protesta inginocchiandosi, pur condividendo l’iniziativa e le idee antirazzista.

Che sia una provocazione lo si capisce chiaramente quando usa determinate parole. “Non sono razzista, ma…” è la tipica frase di chi vuole discriminare, ma al contempo non vuole l’etichetta di razzista. Recipe fa degli esempi: dopo essersi inginocchiato potrebbe sbucciarsi il ginocchio, ferirsi sull’asfalto, prendere un’infezione di un ospedale pieno di immigrati e magari anche il Covid-19. E chiude il messaggio sottolineando di non essere razzista.

Nei commenti alcuni dicono che non si aspettavano da lui queste parole. Altri, invece, scrivono proprio che la sua è un’ottima descrizione dell’italiano medio e che molti non capiranno l’ironia.

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