In Francia inizia il tanto atteso processo per il terribile attentato ai danni della redazione di Charlie Hebdo: cinque anni dopo si apre il fascicolo.
Rimanemmo tutti sconvolti. Per il brutale attacco alla libertà , alla manifestazione di pensiero (anche se in modo satirico), alla voglia di esprimersi contro tutti i divieti imposti da altre forme “dittatoriali”, forse, nascoste dietro la religione. A cinque anni dall’attentato che ha visto la morte dei ragazzi della redazione di Charlie Hebdo, in Francia inizia il tanto atteso e ora arrivato processo. Il tutto, si apprende da fonti francesi, “si svolgerà con rigide misure di sicurezza”. Non solo Charlie Hebdo. Il processo giudiziario coinvolge anche altri due attentati: quello al supermercato Hypercacher e a Montrouge. Gli imputati sono in tutto 14: ben 13 uomini e una donna. Verranno accusati di avere fornito armi e appoggio logistico ai terroristi.
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Ben 5 anni fa la Francia cadeva e piangeva sotto gli occhi degli attentati sopracitati. Una caduta che però ha lasciato spazio a una lenta e giusta risalita, fino ad oggi: ove si inizierà con un lungo processo: un’operazione che durerà diverse settimane con le udienze che verranno filmate.
Prima dell’inizio del processo si è espresso il presidente della Francia, Emmanuel Macron. Il settimanale Charlie Hebdo, per continuare a farsi sentire e portare avanti la sua causa, ha voluto, nelle ultime ore, ripubblicare la vignetta su Maometto. Macron ha commenta così: “In Francia c’è libertà di blasfemia”. Parole che non lasciano intendere altro che una netta posizione del presidente a favore della libertà d’espressione. Quest’ultimo ha poi aggiunto altre dichiarazioni ricordando ciò che la Francia è chiamata a fare in questo atto: “Ciò che faremo è quello di avere, tutti, un pensiero per le vittime vigliaccamente uccise”
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