Cambogia, morto il “capo” dei torturatori Khmer Rossi

In Cambogia, nelle prime luci di stamani (ora italiana), è arrivata la notizia: è morto Kaing Guek Eav, capo dei torturatori Khmer Rossi.

All’opinione pubblica era stato raccontato dal coraggio e dall’audacia di Tiziano Terzani, che fu il primo ad andare in Cambogia per testimoniare cosa stesse realmente accadendo. Scritti riportati, poi, in alcuni dei suoi libri. Parliamo del drammatico e terribile genocidio che i Khmer Rossi inflissero al popolo cambogiano. Il 17 aprile 1975 i Khmer Rossi, guidati dallo spregiudicato Pol Pot, fecero ingresso nella capitale della Cambogia, Phnom Penh, dando vita a uno dei regimi più sanguinari della storia. Durante il massacro e il futuro e riconosciuto genocidio morirono più di due milioni di persone. Oggi, invece, a morire è uno dei “capi” di questi tremendi torturatori: Kaing Guek Eav, meglio conosciuto con il suo alias: Duch.

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Morto “capo” dei torturatori Khmer Rossi: massimo esponente del genocidio


Chissà se qualcuno delle migliaia di persone uccise avrebbe voluto una vita “normale” come la sua. Certamente sì. Un genocidio tremendo che, per nostra fortuna e come detto poc’anzi fu riportato, anche attraverso alcuni reportage documentati dalla Rai, da Tiziano Terzani.

Oggi se ne va anche lui: perché si sa, difronte alla morte siamo tutti uguali. Non tanto per il nostro passato, quanto per la morte in sé, che prima o poi coglie tutti. Kaing Guek Eav aveva 77 anni ed è morto nell’ospedale della capitale Phnom Penh, quella da lui stesso martoriato con l’uccisione di uomini e donne. Da sempre al servizio, come torturatore, nella terribile prigione di Tuol Sleng.

Dopo il devastante massacro era stato condannato per crimini contro l’umanità da un tribunale per crimini di guerra sostenuto dalle Nazioni Unite per il suo ruolo nei Campi della morte del regime.

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