Roma, padre scopre il figlio 13enne in una chat che spinge al suicidio

Un uomo ha scoperto il figlio 13enne in una chat dove la gente si spinge al suicidio: succede in provincia di Roma.

roma chat suicidio 13enne
Roma, padre scopre il fglio su una chat suicida (Twitter)

Continua l’incubo delle chat che incitano i ragazzini al suicidio. Dopo la notizia di qualche giorno fa del bambino di 10 anni suicidatosi a Napoli, una nuova storia arriva sulle pagine della cronaca nazionale. In provincia di Roma infatti un uomo ha scoperto il figlio 13enne in una chat dove le persone si incoraggiavano a farsi del male.

Nel gruppo in questione circolavano video e foto dei partecipanti che si procuravano ferite con lamette e altri oggetti taglienti. Il 13enne aveva stretto un rapporto di “amicizia” con uno dei membri del gruppo, con cui messaggiava anche in privato. Le conversazioni avvenivano sempre di notte, quando il controllo dei genitori era minore.

Notando però un cambiamento drastico nei comportamenti del figlio, il padre ha deciso di fare un vero e proprio blitz e alle 4 di notte gli ha strappato il telefono dalle mani. Così l’uomo ha scoperto la terribile verità, in tempo per evitare un destino tragico. Ora il 13enne verrà seguito dal Bambin Gesù di Roma, dove è attivo un servizio psicologico riservato proprio a casi simili.

L’allarme dei medici: aumentato il rischio di suicidio tra i giovanissimi

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Roma, padre scopre il fglio su una chat suicida (Twitter)

La dottoressa Annalisa Serra, psichiatra presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma e che lavora per il servizio psicologico d’emergenza, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Messaggero. Secondo la dottoressa il numero di contatti per minorenni che hanno tentato il suicidio, o anche solo pensato di metterlo in pratica, è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni.

Per la precisione si parla di un aumento di 20 volte dal 2011 al 2018. La psichiatra ha anche chiarito che gli istinti suicidari non sono una novità dell’era dei social, né sono messi in moto solo da Internet. Le cause possono essere davvero molteplici, da una situazione pesante a scuola o in famiglia ad un disagio psicologico o psichiatrico.

Per questo motivo, secondo la specialista, demonizzare i social non serve a niente. Gli unici strumenti di prevenzione davvero efficaci sono un’educazione all’uso di Internet e una grande attenzione dei genitori alla serenità dei figli.

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