Coronavirus, allarme dagli scienziati: nuove misure subito!

Il Coronavirus continua a spaventare l’Italia e con i contagi che continuano ad aumentare gli scienziati lanciano l’allarme: misure subito

provette in laboratorio
provette (Getty Images)

La paura di un nuovo lockdown inizia a prendere vita in Italia, con alcune regioni costrette ad istituire zone rosse e coprifuoco. Nel bollettino di ieri i contagi da Coronavirus si attestano ancora una volta sopra i 16 mila nelle ultime 24 ore. Questi numeri sembrerebbero preoccupare molto gli scienziati italiani, con un gruppo di 100 specializzati che invia una lettera al Premier Giuseppe Conte ed al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per metterli in guardia dall’innalzamento dei contagi nel paese. I 100 scienziati chiedono di mettere in vigore nuove restrizioni più dure il prima possibile per evitare che il rischio di mortalità aumenti. Si rischiano numeri impressionanti di decessi se non si agirà il prima possibile per limitare la diffusione del virus.

Coronavirus, appello di 100 scienziati al Governo: si rischiano 500 morti al giorni

Bollettino
COVID-19 (Fonte Getty Images)

Un’emergenza che sembra essere infinità quella di Coronavirus in Italia e nel mondo. Infatti, i contagi continuano ad aumentare sia sul territorio nazionale che in quello internazionale, portando le istituzioni a dover intervenire con nuove chiusure. In Lombardia e Campania infatti, è stato istituito il coprifuoco ed alcune località sono state definite ‘zone rosse’ dalle quali non si può né entrare e né uscire senza autocertificazione. Secondo quanto riportato da ‘Tgcom24’, un team di 100 scienziati avrebbe inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ed al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo l’istituzione immediata di nuove restrizioni più dure nel giro di 2-3 giorni per evitare il peggio. Infatti, secondo le stime pubblicate dal fisico Giorgio Parisi, senza ulteriori chiusure immediate si rischierebbe di arrivare ad avere 500 decessi al giorno. Ora starà al governo decidere quale sarà la scelta migliore da prendere.

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