Nuovo Dpcm, chiusura regioni: arriva la conferma. “Scontato”

L’emergenza Covid continua a imperversare in tutta Italia, varie zone con l’indice RT superiore a 1,5. In arrivo un nuovo Dpcm ormai inevitabile: chiusura delle regioni.

Il ministro Speranza

Non verrà istituito un nuovo lockdown generalizzato, almeno per ora, ma si va verso un’altra chiusura delle regioni. Da lunedì molto probabilmente non si potrà più viaggiare fuori regione, tranne per casi di assoluta necessità, emergenza oppure per ritornare alla propria residenza. Sembra essere questa la linea del Governo, in procinto di emanare un nuovo Dpcm che verrà presentato oggi alla Camera e reso effettivo da domani.

Il ministro Speranza inoltre cancella ogni dubbio: “La chiusura delle regioni è scontata“. Il tutto a seguito del crescente andamento della curva dei contagi, in costante e preoccupante aumento. “Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore”, ha detto il ministro della salute.

Ieri oltre 31 mila casi, quasi 300 i decessi. Con la chiusura delle regioni ci sarà una stretta sugli spostamenti e, ci si augura,  ci sarà una frenata dei contagi stessi. Ma cosa potrebbe riservare il nuovo Dpcm?

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Nuovo Dpcm, coprifuoco anticipato?

Getty Images

Detto che è ormai inevitabile il divieto di spostarsi tra regioni, il nuovo decreto legge che verrà presentato a breve dal Governo potrebbe prevedere anche un anticipo del coprifuoco. Il “tutti a casa“, sul territorio italiano, oscilla dalle ore 22 a mezzanotte (a discrezione dei governatori regionali), ma potrebbe essere istituito dappertutto addirittura alle 18.

Fortemente in discussione anche la didattica in presenza: potrebbe essere riattivata la modalità a distanza per tutte le classi al di sopra della terza elementare. Dovrebbe però essere delegata alle singole regioni la decisione in merito alla DaD.

Lezioni online - scuole chiuse
Scuola elementare (Fonte GettyImages)

Tra tutti i provvedimenti quindi sembra escluso, almeno per ora, il lockdown generalizzato come avvenne lo scorso marzo. Qualora però i numeri dovessero continuare a crescere l’ipotesi non rimarrebbe così remota. In caso di necessità, insomma, l’Italia potrebbe presto seguire l’esempio di Francia, Germania e Gran Bretagna.

 

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