Accoltellate a morte: femminicidi nel giorno contro la violenza sulle donne

Anche nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, in Italia purtroppo si registrano ben due femminicidi con le stesse modalità. 

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Un’esposizione per commemorare il 25 novembre (Getty Images)

Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Anche in questa giornata dal forte valore simbolico, purtroppo in Italia si registrano ben due femminicidi avvenuti all’interno del nucleo familiare.

Il primo ha avuto luogo in Calabria, più precisamente a Stalettì: i Carabinieri hanno rinvenuto tra gli scogli il cadavere di una donna di 51 anni. Le prime analisi del medico legale hanno evidenziato numerose ferite di arma da taglio, inferte probabilmente con un coltello a lama lunga. Gli inquirenti hanno fermato un uomo di 36 anni che vive a Badolato, con cui la donna aveva una relazione.

Il secondo invece è avvenuto a Cadoneghe, un piccolo comune della provincia di Padova in Veneto. Un uomo di 36 anni ha ucciso la moglie con una coltellata al petto, per poi chiamare la polizia e denunciarsi come autore del crimine. La donna aveva già sporto denuncia contro le violenze del marito, ma in un secondo momento aveva ritrattato tutto. Adesso i tre figli della vittima sono in affido presso un’amica della donna.

Femminicidi in Italia, crescono i reati violenti contro le donne

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Un’opera d’arte per ricordare tutte le vittime di femminicidio (Wikimedia Commons)

Il 2020 ha segnato un brutto ritorno al passato per quanto riguarda femminicidi e crimini violenti contro le donne. Secondo i dati raccolti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale infatti nei primi nove mesi del 2020 gli omicidi sono aumentati del 7,3%. Gli assassini nella grande maggioranza dei casi sono partner ed ex partner, che fanno uso di armi improprie nella maggior parte dei reati.

Proprio in occasione della giornata del 25 novembre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato ad una riflessione seria sull’argomento. La massima carica dello Stato ha parlato di una vera e propria emergenza pubblica, che vincola le donne in una posizione di rischio per la propria vita. Bisogna quindi fare un lavoro culturale molto profondo sulle cause della violenza contro le donne, che ha radici molto profonde nella mentalità collettiva.

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