Uccise tre persone a picconate: ora la Cassazione lo ‘grazia’ così

La Corte di Cassazione ha chiesto un ricalcolo al ribasso della pena definitiva per Adam Kabobo, uccise nel 2013 tre persone a picconate

Kobobo
Kobobo (Foto dal web)

Era stato condannato in via definitiva a 28 anni di carcere per triplice assassinio, inizialmente la pena era di 42 anni. Si tratta di Adam Kabobo, un 38enne ghanese che uccise a picconate Ermanno Masini, Alessandro Carolè e Daniele Carella l’11 maggio 2013. Tentò anche di uccidere altre due persone.

Carella aveva 21 anni, Alessandro 40 e Masini 64, stando ai giudici a spingere Kabobo a compiere gesti così estremi fu “rancore e sfinimento per le sue esperienze di quotidiana lotta per la sopravvivenza”, avrebbe quindi compiuto un’azione criminale agevolata dalla malattia.

La Corte di Cassazione ha chiesto un ricalcolo al ribasso della pena definitiva, a farlo sapere è Il Giorno. Ad oggi Kabobo si trova nel carcere Opera di Milano. Uno dei suoi avvocati ha spiegato che in questi anni l’uomo ha seguito delle cure psichiatriche che con il passare del tempo hanno un po’ migliorato le sue condizioni. Da qualche anno in carcere ha iniziato a studiare e a svolgere alcuni lavori.

Dalla sua relazione psichiatrica è venuto fuori che Adam Kabobo aveva grossi disturbi mentali. Approdò in Italia molti anni fa dopo che il fratello era morto davanti a lui in Africa. Ha sempre detto di sentire delle voci nella testa, le avrebbe sentite anche la mattina della drammatica vicenda, quando uccise tre persone a picconate.

Kobobo, gravi disturbi psichiatrici prima del triplice omicidio, chiesto il ricalcolo al ribasso della pena

Kobobo pena
Kobobo pena (Foto dal web)

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza che ha riconosciuto la continuazione tra i reati delle due sentenze, triplice omicidio e due tentati omicidi, calcolando una pena pari a 42 anni, ridotta poi a 28 anni per il rito abbreviato. Tra i motivi per l’annullamento il “difetto di motivazione in relazione alla quantificazione degli aumenti di pena per i due delitti di tentato omicidio”.

Per la Cassazione non esiste un motivo che spiega il trattamento sanzionatorio diverso. L’ordinanza che è stata impugnata si sarebbe limitata ad indicare gli aumenti della pena, rimarcando la conformità della scelta presa rispetto all’opinione del pubblico ministero. Tale annotazione, senza indicazioni delle argomentazioni non rende ragione in merito alla decisione presa.

Ci sarà quindi un ricalcolo al ribasso della pensa definitiva di Adam Kabobo.

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