Fidanzati uccisi a Lecce, De Marco rischia grosso: cosa sta accadendo

Lo scorso settembre la vicenda di cronaca nera che aveva sconvolto l’Italia, quella legata ai due fidanzati uccisi a Lecce da Antonio De Marco, che ora rischia veramente grosso.

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Daniele De Santis ed Eleonora Manta, i due ragazzi uccisi (Fonte Facebook)

Lo scorso 21 settembre il delitto che sconvolse non solo Lecce, ma l’Italia tutta. L’efferato omicidio di due fidanzati (Eleonora Manta e Daniele De Santis) che, nella propria abitazione, furono barbaramente uccisi a colpi di coltellate da un assassino rivelatosi poi un loro ex coinquilino. Il motivo passionale, di gelosia, alla base di tutto: Antonio De Marco, il killer, non sopportava la felicità che caratterizzava la relazione e la vita dei due giovani fidanzati, al punto da meditarne nei minimi particolari l’omicidio.

De Marco si era studiato tutto: percorso, modus operandi, tempistiche; in modo da non poter lasciare traccia della sua azione. Qualcosa però è andato storto e dopo qualche giorno di indagine gli inquirenti sono arrivati a lui, studente di medicina apparentemente “normale” ma con un mostro dentro di sé. Reo confesso, De Marco è stato portato in prigione dove è stato messo in isolamento. Misura cautelare, sia in virtù delle norme anti Covid che per evitare aggressioni da parte di altri detenuti, alla quale non è più sottoposto. Con tutti i rischi del caso.

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Ha ucciso i fidanzati di Lecce, ora rischia “violenze”

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Duplice omicidio di Lecce, il killer Antonio De Marco (Twitter)

Negli ultimi giorni De Marco è stato trasferito nella sezione a custodia ordinaria, ma si trova in una cella singola e, benché strettamente sorvegliato dalle guardie, rischierebbe rappresaglie da parte di altri detenuti. Non è escluso, inoltre, che possa compiere anche gesti autolesionistici. Per questo la sorveglianza per lui è stata intensificata, per evitare anche contatti con gli altri prigionieri del carcere.

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Getty Images

L’assassino, reo confesso dell’omicidio e apparentemente mai pentito del suo gesto, è stato accusato di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. “So di aver sbagliato, ma erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia” la sua “giustificazione” durante uno dei primi interrogatori.

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