Caso Chico Forti, ancora problemi: il ministero insiste con gli USA

Il Ministero italiano continua a chiedere di rimpatriare ‘Chico’ Forti, ma dopo l’annuncio del rientro nel paese sorgono nuovi problemi con gli USA

Caso Chico Forti ministero USA
Cartellone a sostegno di Chico Forti @Instagram

La storia di Enrico Forti, detto Chico, continua ad emozionare l’Italia intera. Infatti dopo i servizi mandati in onda da ‘Le Iene’, gli italiani si mobilitano per sostenerlo, creando varie associazioni e pagine social chiedendone la scarcerazione. Sul caso si muove anche la giurisdizione italiana, con il Ministero degli esteri che si mette in contatto con lo stato della Florida, chiedendo il rientro in Italia del detenuto. Nei giorni scorsi il Ministro Luigi Di Maio attraverso la sua pagina social ha annunciato che Chico rientrerà in Italia, scatenando la felicità di tutti gli italiani. Ma i problemi non finiscono qui. Infatti sembrerebbero sorgere nuove problematiche che ritardano il suo rientro nel paese.

Caso Chico Forti, manca la documentazione per il rientro dagli USA: nuovo messaggio insistente del Ministero

Caso Chico Forti ministero USA
Chico Forti in carcere @Instagram

Il caso di Chico Forti continua a tenere banco in Italia ed in America. L’uomo che è in carcere da 20 anni e che continua a professarsi innocente per l’omicidio di cui viene accusato, sembrerebbe vicino a tornare nel nostro paese. Ma sorgono nuove complicazioni. Infatti il Ministero italiano continua a chiedere, senza successo, la documentazione per il trasferimento. In una nota ufficiale il Ministero della Giustizia scrive: “A seguito del consenso del Governatore dello Stato della Florida, giovedì 24 dicembre il Ministero della Giustizia, ai sensi della Convenzione di Strasburgo, reitera ai competenti Uffici del Department of Justice statunitense, la richiesta di trasmettere nel più breve tempo possibile la documentazione per il trasferimento in Italia del detenuto Enrico ‘Chico’ Forti. Ad inizio anno già si era attivato in tal senso, dopo che il detenuto avanza la richiesta di scontare la pena in Italia”.

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