San Patrignano, la serie genera il caos: la reazione della comunità

San Patrignano, è caos attorno alla serie targata Netflix: la Comunità all’attacco. “Dati alla regista strumenti ad hoc per ricostruzione oggettiva”

Netflix San Patrignano
Il logo di Netflix (Getty Images)

E’ caos attorno alla docu-fiction targata Netflix su San Patrignano. La serie è già possibile vederla, caricata sulla piattaforma del canale streaming e le polemiche infuriano, con un’accusa della comunità alla serie. “SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano” il nome della fiction che sta creando molti dissensi.

San Patrignano è stata fondata negli anni ’70 nel riminese, a Coriano, ed è una comunità per tossicodipendenti che creò molto scandalo tra gli anni ’80 e ’90. All’interno della comunità fondata da Vincenzo Muccioli, deceduto nel 1995, uscirono allo scoperto episodi di violenza che colpirono lo stesso fondatore, accusato di maltrattamenti e sequestro di persona.

Affrontò un processo, condannato in primo grado e poi assalto in secondo. Ebbene, la docu-serie si sarebbe soffermata proprio sul volto “scuro” di quanto accadeva all’interno della struttura. Una situazione che ha creato la forte reazione dell’intera Comunità nei confronti della serie.

San Patrignano, il dito puntato della Comunità


La Comunità ha puntato il dito contro la produzione, dissociandosi dalla serie mandata in onda. La narrazione – si legge in una nota – è stata frutto di racconti dei detrattori di San Patrignano, con il focalizzarsi soprattutto degli aspetti negativi. Situazione dovuta a testimonianze di chi ha avuto “trascorsi di tipo giudiziario in cause penali e civili – si legge – con la Comunità”.

Eppure proprio San Patrignano si era resa disponibile ad ospitare la regista della serie all’interno della struttura proprio per avere una visione più chiara della situazione. Una collaborazione massima, con tanto di elenco di persone a contatto con la struttura negli ani incriminati.

Ed invece, spiega la nota, v’è stato un “racconto unilaterale” volta a dare adito alle “dimostrazione di tesi preconcette” da parte di Carla Spender. “Avevamo dato alla regista strumenti ad hoc per realizzare una ricostruzione oggettiva di quanto è accaduto“.

La Comunità, tra l’altro, fin dall’inizio aveva mostrato qualche perplessità di troppo, considerato come le ricostruzioni avrebbero potuto ripiegare in modo negativo sulla realtà di San Patrignano e sugli ospiti presenti.

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