Fran Lebowitz, quella volta che ha “scomodato” uno dei più grandi artisti

La nota scrittrice e public speaker americana, Fran Lebowitz, è un personaggio molto controverso e sui generis. Ecco alcune curiosità da sapere sul suo conto.

lebowitz
Fran Lebowitz ad una sfilata a New York (Fonte GettyImages)

La protagonista della nuova docu-serie targata Netflix,  Una vita a New York, è uno dei personaggi più acclamati in America, Fran Lebowitz. Difficile collocarla in una unica categoria, ma potremmo definirla scrittrice e public speaker. I sui ultimi scritti, però, risalgono agli anni Novanta quando pubblicò un libero per l’infanzia. I suoi best seller e tesi iconici, tuttavia, sono due  Metropolitan Life e Social Studies.

Nel 1971 inizia a scrivere per una rivista Interview per la quale curva due rubriche, una riguardava la recensione di film brutti e l’altra la vita mondana vissuta a New York. La Lebowitz è una newyorkese fino al midollo tanto da aver dichiarato di voler essere colei che si occupa dell’accettazione di chiunque voglia metterci piede.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE>>> SanPa, dopo Netflix arriva la Rai: il nuovo documentario che piace a Muccioli

Tutti amano Fran Lebowitz tranne Andy Wharol

lebowitz wharol
Fran Lebowitz (Fonte GettyImages)

La nota scrittrice ha iniziato a lavorare per Interview nel 1971, ma la rivista viene fondata nel 1969 da Andy Wharol, John Wilcock e Gerard Malanga. Aveva come obiettivo quello di pubblicare interviste di personaggi famosi. Stando a quanto ha dichiarato Bob Colacello, il pittore non era uno dei suoi più grandi fan. Infatti, in uno dei diari di Wharol è stata trovato un commento in merito alla Lebowitz. L’artista non capiva il senso dello humor della scrittrice.

Per quanto riguarda la sua vita privata, sappiamo che Fran ha dichiarato di essere lesbica ed è da sempre un’attivista per i diritti della comunità LGBTQ. In merito al matrimonio tra coppie dello stesso sesso ha confessato che non vede come tanti possano vederlo come un progresso. Anzi, per la scrittrice l’unica cosa positiva dell’essere gay era non potersi sposare. In realtà, la sua presa di posizione contro il matrimonio non riguarda le coppie omosessuali in quanto tali. La Lebowitz rifiuta in generale il matrimonio. “Non potrei resistere in una relazione per più di sei giorni” ha confessato.

Impostazioni privacy