Clubhouse, l’app che aggira la censura: ecco perchè

Il nuovo Social Network che aggira la censura. L’app Clubhouse utilizzata in Cina per evadere limiti imposti dal regime: come funziona

Socialnetwork smartphone
Socialnetwork smartphone (GettyImages)

Il lancio dell’app è datato marzo 2020, ma solo da qualche settimana l’app Clubhouse sta facendo il pieno di download. L’innovativa piattaforma di messaggistica online ha letteralmente spopolato in Cina, dove molti dei più noti Social Network e motori di ricerca sono censurati dal regime. La particolarità del social permette infatti agli utenti di dialogare a voce, come una comune voice call, ma senza lasciare tracce della conversazione.

Una tecnica già adoperata in passato con chat che permettevano di scrivere live senza inviare il messaggio. Anche se il download non è permesso per gli utenti cinesi, a quanto pare è bastato cambiare paese con cui si accede allo store, per scaricare l’applicazione. Un escamotage che ha permesso a migliaia di persone di discutere delle controversie del regime come mai prima d’ora.

Clubhouse spopola in Cina: l’app che abbatte la censura

App Clubhouse
L’app Clubhouse (Getty Images)

In Cina, a causa della dittatura, non è possibile accedere a motori di ricerca come Google o scaricare Facebook, piuttosto che Instagram o Whatsapp. Il regime cinese ha adoperato negli anni una forte censura sul web, controllando le conversazioni della chat online. Clubhouse però, al momento non necessita di un Firewall che vieta di scaricare materiale non approvato. Ecco perché in Cina nelle ultime settimane, milioni di persone hanno iniziato a condividere opinioni e a scambiarsi messaggi sull’applicazione statunitense.

Anche Melissa Chan, nota giornalista americana di origini cinesi, l’ha definita un’abbuffata di libertà di espressione. Nell’app, con una semplice alzata di mano, è possibile non sono conversare nelle room, ma anche assistere alle conversazioni di altri utenti. Al momento, visto che discussioni in chat sono live, non è possibile applicare la censura e in migliaia hanno trattato argomenti intrattabili su altre piattaforme, dalle discriminazioni del governo alle proteste per la democrazia a Hong Kong, fino alle persecuzioni degli uiguri.

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