Festa “social” per il bebè: trenta persone nei guai

Poche mascherine, zero distanziamento sociale, baci e abbracci come se il virus non esistesse. È il resoconto di una festa organizzata in una palestra, con video postati anche sui social. Il consigliere comunale è una furia.

Infermiera muore ad una festa
Brindisi di festeggiamento (Pixabay)

Clamoroso quanto accaduto in un paese dell’Abruzzo dove, per celebrare la prossima nascita di un bambino, è stata organizzata una vera e propria festa “anti Covid. Circa trenta persone si sono ritrovate in una palestra, il tutto in barba alle norme base volte a frenare il contagio del virus. Poche mascherine, zero distanziamento sociale, baci e abbracci come se nulla fosse. Il fatto è avvenuto a Giulianova, con le persone quasi tutte originarie di Tortoreto.

A rendere ancor più assurda la vicenda il fatto che vari momenti della festa siano stati condivisi sui social. Foto e video che sono arrivati all’attenzione del  consigliere comunale delle Lega, Nico Carusi, che ha spiegato quanto avvenuto: “Mi hanno girato un video in cui ci sono persone che festeggino un evento“, dice il politico, informando come non fossero nemmeno rispettare le norme base anti Covid. Proprio come se in corso non ci fosse una pandemia che, solo in Italia, ha causato più di 100 mila morti.

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No mascherine e zero distanziamento: il consigliere denuncia  festa anti Covid

Il tutto è avvenuto in una regione, l’Abruzzo, tornato in zona rossa lo scorso lunedì. In particolar modo Tortoreto ha contato 60 contagi nell’ultima settimana, ha attualmente 122 casi attivi e 5 persone sono ricoverate in ospedale. Secondo Nico Carusi, alla luce soprattutto di questa situazione che ha colpito il paese, questa festa ha rappresentato una: “… mancanza di rispetto per gli oltre centomila morti che questo virus ha fatto in Italia“.

Le trenta persone sono state individuate dalle forze dell’ordine e a loro è toccata la classica contravvenzione da 400 euro. Ennesimo caso di festa organizzata in clandestinità nel nostro Paese. E si teme non possa essere nemmeno l’ultimo…

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