Bullismo, altra vittima giovanissima: si toglie la vita a 12 anni

Tragico epilogo dell’ennesimo episodio di bullismo nei confronti di un ragazzo di 12 anni. Il giovane si toglie la vita: trovato agonizzante dalla sorella

La contea di Tooele County, nello stato dello Utah, piange il giovane appassionato di basket, che dopo l’ennesimo episodio di bullismo si è tolto la vita all’età di 12 anni. Drayke Hardman, già da mesi perseguitato da un compagno di scuola, è stato trovato dalla sorella in camera, agonizzante, e a nulla purtroppo sono serviti gli interventi dei sanitari per rianimarlo. Anche i genitori erano a conoscenza dei problemi del figlio, e il bullo era già stato sospeso in precedenza. Appassionato di basket, Drayke aveva saltato per la prima volta, recentemente, un allenamento della sua squadra di pallacanestro, ed era tornato a casa con un occhio nero.

Drayke Hardman
Drayke Hardman (Twitter)

Il giovane non aveva voluto rivelare di chi fosse la colpa, anche se in famiglia – da quanto si apprende dai media locali – avevano intuito la gravità della situazione. La morte del ragazzo è avvenuta in data 10 febbraio, e l’intera comunità si è mossa per aiutare la famiglia con una fondazione, “GoFundMe”, che ha già raggiunto la cifra di 125mila dollari. Alla raccolta fondi che servirà ai parenti per organizzare il funerale, hanno partecipato anche le stelle degli Utah Jazz Donovan Mitchell, Joe Ingles e Rudy Gobert, i quali una volta appresa la notizia hanno voluto immediatamente contribuire.

Bullismo, il commovente addio dei genitori a Drayke

Drayke Hardman
Drayke Hardman (Twitter)

Nelle ultime ore stanno facendo il giro del web le commoventi foto dei genitori di Drayke, Andrew e Samie Hardman, i quali hanno condiviso sui social gli ultimi istanti insieme al figlio. Con loro anche la sorella, che secondo quanto risulta avrebbe trovato il fratellino in casa ancora agonizzante. Le strazianti foto che hanno commosso il mondo nelle ultime ore, mostrano il giovane sul letto d’ospedale, con genitori e fratelli abbracciati, nell’ultimo doloroso addio.

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Da quanto si apprende, pare che sia ai genitori che allo psicologo, Drayke abbia sempre negato di aver pensato a togliersi la vita. Lo ha riferito il padre, che ha parlato insieme alla madre per la prima volta nelle scorse ore all’ABC: “Ha risposto di no, quasi disgustato che io gliel’abbia chiesto“. Il 9 febbraio, dopo essere tornato a casa con un occhio nero, il ragazzo aveva chiesto ai genitori di saltare l’allenamento di basket. Drayke è morto l’11 febbraio in ospedale, il giorno dopo aver tentato il suicidio a casa.

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