Cina compra debito europeo e silenzio UE sui diritti umani

Piaccia o meno, l’Europa sta diventando un’area sempre più marginale per gli equilibri geo-politici e finanziari nel mondo, malgrado rimanga l’area del benessere più sviluppata del pianeta, accanto al Nordamerica. Ma quanto sta avvenendo in questi mesi certifica lo stato da “caduta degli dei” in cui l’Europa è sprofondata, con una crescente perdita di importanza e di prestigio sul piano internazionale. Avvitata sui problemi economici e finanziari interni, su una costruzione confusa e mai riuscita di un assetto politico unitario, che poi si esprime nella paralisi con cui sta affrontando in questi mesi questioni globali, quali l’immigrazione, non avendo alcuna voce unitaria su alcuna questione internazionale di rilievo, i Paesi della UE sono ridotti ormai al rango di vassalli, di semplici sottoscrittori di accordi e alleanze che si registrano altrove.

Nei mesi della crisi del debito, con stati come Grecia, Portogallo e Irlanda sull’orlo del fallimento, evitato al momento solo dall’intervento della BCE e della UE, la Cina sta dimostrando la sua aspirazione a diventare super-potenza mondiale, tentando di espandere il suo raggio di azione non più e solo sulle aree deboli del mondo, quali l’Africa, l’Asia o il Sudamerica, ma tagliando la testa al toro, anche su USA ed Europa.

E’ l’enorme abbondanza di riserve di valuta, che possiede grazie alla politica di sotto-valutazione dello yuan, mantenuto volutamente a un cambio fisso e debole verso dollaro e euro, che consente alla Cina di continuare ad esportare, senza contro-bilanciamenti di mercato: il governo di Pechino ha intuito che la crisi dei Paesi più sviluppati, indebitati sino al collo, può trasformarsi per i cinesi in una occasione non tanto di realizzazione di profitti, quanto di estensione della loro influenza.

E così, se fino a marzo la UE e la BCE litigavano per l’istituzione di un fondo di salvataggio europeo, da utilizzare in favore delle economie periferiche dell’area euro in difficoltà con i conti, la Cina da gennaio si è proposta come soluzione immediata ed efficace per allentare le tensioni sui mercati, proponendo l’acquisto di titoli a rischio, investendo le enormi riserve di valuta, al fine anche di diversificare gli investimenti, attualmente per lo più in valuta americana.

Ipotesi che Pechino ha tenuto a ribadire anche in queste ore, con il riaffacciarsi dell’incubo del default greco e delle difficoltà portoghesi. Inutile dire che tanta solidarietà abbia un prezzo: l’ingresso senza limitazioni delle merci cinesi in Europa e il silenzio della UE su questioni non molto gradite alla Cina, quali i diritti umani.

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