La Grecia si avvicina al default

L’ufficio statisticio europeo Eurostat ha confermato quanto era stato ampiamente previsto nelle scorse settimane, ossia che la Grecia è sul punto di fallire. Nelo 2010, Atene ha chiuso i conti con un rapporto tra deficit e pil al 10,5%, contro un 9,4% previsto e concordato con Bruxelles, mentre il rapporto tra il debito e il pil è schizzato al 142,5%, il più alto in Europa.

Ormai, in giro per l’Europa, si parla apertamente dell’ipotesi di un default, i cui contorni potrebbero essere quelli di un allungamento delle scadenze, un taglio dei tassi, o ancora un taglio del valore del capitale dei bond, in mano ai risparmiatori, il tanto temuto “haircut”, che potrebbe sfiorare il 70% del valore nominale dei titoli greci.

Lo dice apertamente uno dei consiglieri economici del cancelliere tedesco Angela Merkel, Lars Feld, che quasi auspica una ristrutturazione prossima del debito di Atene; ipotesi di cui la BCE non vuole sentire parlare, considerandola una sciagura peggiore del fallimento di Lehman Brothers nel 20o8.

Eppure, i mercati non credono alla tenuta dei conti greci, tanto che i rendimenti sui titoli di stato sono esplosi a un 24% per le scadenze nel 2013, che di fatto equivale a prevedere un default in pochi mesi.

E l’anno prossimo si stima che Atene potrebbe avere bisogno di reperire 27 miliardi di euro sui mercati, dopo un 2011 in cui, grazie agli aiuti di Bruxelles, ha potuto evitare l’amaro confronto con gli investitori.

Il governo socialista di George Papandreou compie ancora forse l’ultimo tentativo disperato di recuperare una minima parte della fiducia dei mercati, con una manovra fiscale di 3,5 miliardi di euro, pari a quasi un punto e mezzo del pil.

Difficile che la manovra possa riportare un pò di calma sui mercati; difficile anche che possa essere attuata del tutto e subito.

 

Impostazioni privacy