Special Messi, Real Mouto: 2-0 blaugrana

La seconda semifinale di Champions, l’euroderby spagnolo, consegna, probabilmente, la seconda finalista e una nuova grande verità: anche Mourinh-Einstein può sbagliare e passare una notte in blanco a rimuginare sui suoi errori.

Cornice di pubblico fantastica prima del fischio iniziale con un “Bernabeu” completamente bianco, cornice sicuramente indegna per un primo tempo più teso che spettacolare. L’euroclasico comincia con le due compagini intimorite, forse anche dalle parole dei rispettivi allenatori che hanno infiammato la vigilia, due tiri in quarantacinque minuti non valgono la fama internazionale di Barça e Real.

 Nel finale di primo tempo rissa all’imbocco degli spogliatoi, con l’espulsione nel sottopassaggio del vice-Valdes Joao Pinto, reo di aver continuato le polemiche nel tunnel che precede gli spogliatoi.

I secondi quarantacinque minuti proseguono sulla falsariga dei primi, ancora tanti falli, soprattutto a centrocampo, a seguito dei quali il Real perde due giocatori in vista del durissimo match di ritorno: prima Ramos si guadagna un giallo che, a seguito della diffida, gli precluderà la gara del “Camp Nou”, poi Pepe si fa espellere e lascia i suoi in dieci. Mourinho è imbufalito e applaude l’arbitro per oltre un minuto, nessuno sconto per lo “Special One” che guadagna l’uscita dal campo.

Guardiola nel frattempo cambia lo scacchiere dei suoi facendo entrare Afellay, che contribuisce allo show della pulce. Il neoentrato olandese se ne va sulla fascia destra e serve il pallone in area, Messi è più rapido di Ramos  e infila Casillas sotto le gambe. Ma è a 3′ dal termine che il Pallone d’oro fa vedere quanto sia meritevole di entrare di diritto nell’Olimpo del pallone: impossessatosi della sfera sfida l’intera difesa del Real e dopo averla fatta fuori batte ancora il portiere spagnolo. Se il gol dell’argentino non è lo stesso di quello Maradona contro l’Inghilterra poco ci manca, ma comunque gli basta per guadagnarsi l’appellativo di dio del calcio.

Barça batte Real, non solo in chiave semifinale ma anche sotto il piano del gioco e, soprattutto, nello stile. In fondo non poteva sempre vincere Mourinho.

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