Export vola nel 2010, nord traina “made in Italy”

Il 2010 può essere ricordato come l’anno dell’assoluta ripresa delle esportazioni, dopo la sofferenza patita dal nostro made in Italy nel 2009, per effetto della crisi. E, in effetti, come rimarcano anche gli istituti internazionali, oltre a quelli nostrani, sono proprio le esportazioni a sostenere un pur bassa crescita in Italia, compensando la debolezza della domanda interna.

Lo scorso anno, i prodotti manifatturieri venduti all’estero hanno ammontato a un valore di 332,24 miliardi di euro, in crescita del 15,7% sul 2009, secondo uno studio di Confartigianato. E anche i primi due mesi del 2011 segnano un boom dell’export, con un +21,2% sullo stesso periodo del 2010, il che fà molto ben sperare, in termini tendenziali. Soddisfa poi la crescita più marcata delle vendite extra-UE, che segnano un +27,4%, contro un +17,2% dell’export verso i Paesi UE.

Oltre, quindi, ai mercati di sbocco tradizionali, come la Germania, l’Italia registra importanti successi nei nuovi mercati, come Turchia, Cina, India, Russia e USA.

A conferma del ruolo trainante del nord, basta riflettere su un dato: il 28,4% del totale esportato dall’Italia, pari a oltre 91,5 miliardi di euro, proviene dalla Lombardia, e le prime cinque regioni, in termini di valore esportato (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana) da sole rappresentano quasi i 3/4 delle esportazioni italiane.

Tuttavia, sebbene ancora in coda, il sud ha fatto registrare un vero e proprio boom di vendite all’estero, con la Sardegna in testa, con una crescita del 58,6% e la Sicilia segna un +48%.

Segnano un ottima performace i metalli (+33%), prodotti chimici (+22,7%), apparecchi elettrici (18,4%), mezzi di trasporto (+17,3%) e altri settori come le palstiche, abbigliamento e generi alimentari, tutti in crescita abbondante a due cifre.

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