Lo scandalo Strauss-Kahn aiuta poco Sarkozy

Dal carcere di Rikers Island, dove viene rinchiuso da oltre tre giorni, Dominique Strauss-Kahn continua ad essere formalmente il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, sebbene il reggente facente funzioni sarebbe ora John Lipsky. Ieri una riunione del board dell’organismo avrebbe deciso di chiedere le dimissioni di Strauss-Kahn e starebbe cercando un modo per fare arrivare la richiesta al carcere dove viene recluso. Ma pare che non tutti i componenti siano favorevoli alla sfiducia contro il dg. Un caos che sta creando più di un problema, ricadendo in un periodo delicato, in cui dovrebbero essere varati piani di sostegno alle economie di Grecia e Portogallo, in particolare. Ma la vera tragedia mediatica si sta consumando in Francia, il Paese di origine di Strauss-Kahn, dove tra i socialisti serpeggia un evidente imbarazzo per una situazione che potrebbe adesso compromettere le loro possibilità di chance di vincere la corsa per l’Eliseo contro l’attuale Presidente Nicolas Sarkozy, prevista per il maggio 2012.

E proprio DSK (così viene definito in sigla Dominique Strauss-Kahn) avrebbe dovuto correre contro Sarkozy, con i sondaggi che lo davano in netto vantaggio, tanto da potere ottenere un 65% contro il 35% dell’attuale presidente, in un eventuale ballottaggio tra i due.

Non sono pochi i dirigenti socialisti che lasciano trapelare il dubbio che si tratti di un complotto ordito dagli ambienti vicini al presidente, per ipotecarne la vittoria nel 2012, dato il crollo di popolarità degli ultimi mesi, concretizzatosi alle urne dello scorso aprile, per le elezioni amministrative, dove la coalizione che appoggia Sarkozy ha ottenuto il 35% dei voti, contro il 49% delle sinistre.

Ma stando sempre ai sondaggi, per il momento lo scandalo sessuale che ha travolto DSK non pare che abbia giovato tanto a Sarkozy, se è vero che si registra solo un aumento massimo del 2% nella sua popolarità, mentre ancora la maggioranza dei francesi ritiene che i socialisti possano farcela l’anno prossimo.

Il più popolare sarebbe François Hollande, chiamato l’ “elefante” del partito, in quanto uno dei vecchi capi del PSF. Ex marito di Ségolène Royale, che quattro anni corse contro Nicolas Sarkozy alle presidenziali, otterrebbe il 23% dei voti al primo turno, contro il 22% del presidente e il 20% di Marine Le Pen. Certo, un solo punto ancora lo distaccherebbe da Sarkozy, non tanto da fare stare tranquilli i socialisti.

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