Approva il decreto Omnibus, il governo affossa il referendum

Aula MontecitorioLa Camera dei Deputati, con 313 sì e 291 no, ha votato la fiducia al cosiddetto decreto Omnibus, nel quale è inserito anche il provvedimento di cancellazione delle norme che prevedevano la costruzione delle centrali nucleari in Italia, in modo da evitare il referendum previsto il 12 e il 13 giugno prossimi. Ora, una volta che il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, toccherà alla Corte Costituzionale stabilire se il quesito referendario sull’atomo debba essere cancellato o meno. La decisione del governo di provare ad evitare l’espressione popolare, che ha seguito la grande attenzione che si è avuto intorno al tema dopo il terremoto in Giappone, è vista dall’opposizione come un tentativo di provare ad affossare insieme a quello sul nucleare anche il referendum sul legittimo impedimento.

E dopo l’approvazione del provvedimento immediate le reazioni polemiche del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro secondo cui il governo ha paura di dare la parola ai cittadini perchè sa di non avere più il consenso degli italiani: “Berlusconi – dichiara l’ex pm – si comporta come un Gheddafi qualsiasi che è chiuso nel suo bunker e non ha più contatto con la realtà”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il verde Angelo Bonelli, per il quale la maggioranza vuol saltare il referendum di giugno per poi ripresentare il nucleare tra un anno: “Il governo sta sospendendo le libertà democratiche – dichiara il presidente del Sole che ride – una cosa che non si è mai vista nella storia repubblicana e che accade solo nei regimi”.

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E continua da ieri il presidio di manifestanti fuori da Montecitorio delle associazioni del Comitato per il sì che considera quella del governo una retromarcia dettata dalla paura di vedere uscire dalle votazioni una valanga di sì. Il Comitato però vorrebbe che ai cittadini non venga tolto il diritto costituzionale di esprimere la propria opinione tramite il referendum, per evitare che “il nucleare esca dalla porta e rientri quanto prima dalla finestra”. E alcuni esponenti del Comitato “Vota sì per fermare il nucleare” insieme a rappresentati di quello “Due sì per l’acqua bene comune” questa mattina hanno occupato pacificamente la sede Rai di Viale Mazzini accusando l’azienda di oscurare i quesiti referendari; i manifestanti hanno poi incontrato il direttore generale, Lorenza Lei che ha assicurato, come recita una nota diffusa dopo l’incontro, interventi immediati per intensificare l’informazione sui referendum.

 

 

 

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