Pellicce: arrivano le etichette obbligatorie

Forse molti non lo sanno, ma anche i soffici colli delle giacche,, i caldi pellicciotti che spesso si usano per l’inverno, sono fatti con peli di cani, gatti e altri animali. E’ facile schierarsi contro le pellicce di visone, ma è giusto sapere da dove provengono i capi che indossiamo. Le pellicce sono costose, mentre i materiali utilizzati per i nostri indumenti spesso sono a basso prezzo, ma nascondono una realtà crudele e atroce. Una realtà che vede tanti animali vittime di  maltrattamenti, torture e lunghe agonie, semplicemente perchè il loro pelo può essere utilizzato nei modi più disparati. Ed è per dare la possibilità a chi decide di comprare un capo di abbigliamento di sapere precisamente con cosa è fatto che Animalisti Italiani si è mobilitata: sono stati diffusi slogan pubblicitari per sensibilizzare le persone sull’argomento pellicce. Madrina d’eccezione Romina Power. E sembra proprio che le richieste degli animalisti siano state ascoltate perchè il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva per la quale su ogni pelliccia o indumento contenente parti ricavate da animali debba essere espressamente indicato che tipo di animale è stato usato o se il capo è realizzato senza l’uso di animali. Così i clienti potranno fare acquisti consapevoli.

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Moltissime sono le pelli di cani e gatti importati illegalmente in Italia e in tutta Europa, provenienti soprattutto dalla Cina, nonostante dal 2004 in Italia le importazioni siano state vietate per legge. L’Europa si è adeguata a questo divieto nel 2007, ma sembra che tutto questo non basta: il commercio illegale continua, probabilmente a causa di un inadeguato controllo doganale che spesso porta nel nostro paese merce di origine sconosciuta.

 

 

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