Draghi, per crescere meno tasse e meno spesa pubblica

Nelle sue ultime Dichiarazioni Finali da governatore della Banca d’Italia (tra meno di cinque mesi sarà governatore della BCE), Mario Draghi è tornato sul nodo della crescita del Paese, su cui si è sempre concentrato nelle sue riflessioni pubbliche. E lo fà con quello stile asciutto, pacato che lo ha contraddistinto agli occhi dell’opinione pubblica, in questi cinque anni e mezzo a Palazzo Koch.

Draghi ha sottolineato la necessità dell’Italia di ridurre il deficit, puntando al pareggio di bilancio del 2014, un obiettivo irrinunciabile, per il governatore. Per questo, considera la manovra di giugno, che dovrebbe reperire 40 miliardi a tale fine, un passo importante, che va in questa direzione.

Ma il banchiere centrale ha voluto insistere sulla necessità dell’Italia di crescere e per farlo, secondo Draghi, bisognerebbe tagliare in modo consistente le tasse che gravano su lavoratori e imprese; ma per fare questo, occorre ridurre in modo strutturale e deciso la spesa pubblica, evitando i tagli lineari, cioè uguali per tutti i capitoli di spesa, ma decidendo i settori da colpire maggiormente e non limitando le risorse per le infrastrutture.

Un modo per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese, aggiunge il governatore italiano, sarebbe di recuperare risorse attraverso il gettito derivante dalla lotta all’evasione fiscale.

Meno spesa, meno tasse e pareggio di bilancio. Questa potrebbe essere la sintesi del discorso di Mario Draghi. In linea con quanto sostiene da anni e anche con l’azione del ministro dell’economia, tranne che nel punto in cui critica la politica dei tagli lineari, che fino ad oggi è stato il sottofondo dell’agire di Tremonti.

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