Tremonti dai giovani industriali richiama il Governo alla serietà

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, tiene banco al convegno dei Giovani di Confindustria a S. Margherita Ligure, parlando a tutto campo sugli argomenti oggetto di notizie edindiscrezioni delle ultime settimane. Il tempo della prudenza non è finito perchè “la crisi è ancora una minaccia” ammonisce tanto per cominciare, e spiega che le cause e i fattori di instabilità sono “ancora in essere”, mentre affonda sulle nuove regole della finanza che sarebbero per lui una presa in giro per favorire “la permanenza del vecchio sistema”. “Con l’ultimo ventennio -spiega- e’ finita un’eta’ di stabilita’, marcata da posizioni progressive, in cui il male era un’eccezione e il bene la regola”.

Il Ministro difende quindi la sua linea di rigore nella politica economica e chiarisce il suo punto di vista sulla riforma fiscale, ripetutamente evocata da Silvio Berlusconi, che può essere fatta -a suo dire- solo senza aumentare il deficit di bilancio ed assicura che non c’è intenzione da parte del Governo di tassare la prima casa o i risparmi. Per ridurre le tasse si punta allora sull’evasione chiarendo che “abbiamo un’enorme base di evasione fiscale, e’ il giusto serbatoio. Noi abbiamo recuperato molto ma finora era stata fatta la scelta di usare quei soldi per garantire la coesione, pagando medicine e ammortizzatori sociali.” conclude Tremonti.

Il Ministro è anche tornato su di un tema affrontato altre volte, tema che gli ha causato in passato le critiche di alcuni colleghi di governo, in primis il ministro Renato Brunetta. “C’e’ stato un abuso della forma a tempo determinato, il nostro sistema produttivo sarebbe piu’ moderno se fosse piu’ aziendale nella contrattazione e meno arbitrario nella sequenza del tempo determinato“. Per Tremonti servirebbe un limite a tale strumento contrattuale e la sua conclusione è chiara, oggettiva e condivisibile: “un conto e’ la flessibilita’ un conto e’ l’abuso“.

Ma il discorso di Tremonti non viene accolto con entusiasmo da tutti, il ministro Roberto Maroni sostiene che oltre alla prudenza serve anche “il coraggio di un gesto importante, atteso e che noi dobbiamo impegnarci a prendere per portarlo a compimento entro i due anni della legislatura” ma recita anche una frase che in verità non sembra diretta al titolare dell’economia: “la riforma fiscale deve essere contemporanea alla manovra e deve essere una riforma vera non solo una cosa buttata lì per coprire la manovra”. Per Confindustria invece, Emma Marcegaglia a sua volta non sembra aver gradito il richiamo alla stabilità lavorativa: “La soluzione del precariato non passa da una trasformazione in massa di contratti flessibili in contratti indeterminati, come avvenuto nella scuola. E’ il contrario di quello che serve, mentre bisogna fare un ragionamento serio”.

Quale che sia questo ragionamento, ora come sempre non è ancora dato saperlo.

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