La Lega Nord ce l’ha con il mondo intero, ma dei problemi reali non parla

Gli esponenti della Lega Nord non perdono un secondo per inviare le loro minacce contro tutto e tutti, comprese le Istituzioni di questo Stato. Le modalità di tali accuse ed invettive assumono sempre più la forma di show folcloristici, proiettabili come spettacoli ironici in qualunque manifestazione festosa, dalle sagre di Paese alle trasmissioni televisive tipo Zelig. Andiamo con ordine a raccontare gli ultimi fatti. Umberto Bossi alla festa della Lega di Romano di Lombardia, si era così “dolcemente” espresso: “La spazzatura di Napoli resta a Napoli. Ci volevano fregare ma io e Calderoli li abbiamo fermati, anche se il Presidente della Repubblica ha firmato e ha detto che non è abbastanza, la sua è concorrenza sleale, perchè lui è napoletano”.

Non si vuole criticare a priori il contenuto di un’affermazione che in fondo può avere anche l’obiettivo di responsabilizzare un pochino Napoli ed i napoletani, ma il gergo utilizzato, anche se nel contesto di una festa di partito, diventa inaccettabile.

Ieri Calderoli è andato dritto su Berlusconi: “O la Lega porta risultati o se ne va e lascia Berlusconi ai suoi divertimenti”. Non vorrei essere neanche camicia al Presidente del Consiglio, a cui rimane come unico alleato una forza politica sempre più effervescente.

Non sono poi mancati accenni velatamente razzistici da parte dell’attuale Ministro della Semplificazione, che ha affermato come sia naturale parlare di Ministeri al Nord, dove vivono delle vere teste pensanti e dove il lavoro è un must, ironizzando su Roma ed i romani.

Mi permetto di consigliare alla Lega Nord di utilizzare risorse ed energie per finalità ben più meritevoli, vedi per esempio quella di suggerire al Pdl di indirizzare la manovra economica appena realizzata verso una richiesta di maggiori sacrifici alle persone più ricche e non a colpire benzina, reintrodurre il ticket o ad aumentare l’Iva, “tasse” che vengono pagate in egual misura da ogni tipologia di contribuente (dal più ricco al più povero) e che danneggiano, ancora di più, i consumi ed il rilancio dell’economia italiana.

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