Materie prime: oro e mais in rally

Nelle stalle italiane i costi di produzione del latte e della carne sono alle stelle. A rilevarlo è la Coldiretti a seguito delle quotazioni del mais sui mercati delle materie prime, ai massimi di sempre, attorno ai 0,18 euro al chilo al CBOT, il Chicago Board of Trade. Di conseguenza, in queste fasi di grandi incertezze per l’economia e per la finanza, i capitali finanziari si spostano su beni rifugio individuabili non solo dai metalli preziosi, con l’oro in testa, ma anche dalle materie prime alimentari con tutto quel che ne consegue per l’alimentazione degli animali.

E così nell’arco di un anno, rileva altresì l’Organizzazione degli Agricoltori, le quotazioni del mais sono raddoppiate con la conseguenza che i costi per i mangimi per allevamento sono aumentati del 18% su base annua stando ai dati consolidati dello scorso mese di giugno. La volatilità di mercato, legata e correlata proprio al massiccio spostamento di capitali, rischia di conseguenza, per il mais, di impedire la programmazione di coltivazioni ed allevamenti in molti Paesi del mondo. Le semine, inoltre, sono a rischio sia a causa del maltempo, sia per effetto di superfici sottratte all’agricoltura.

Ad essere diventato come l’oro non è solamente il mais, ma anche la terra; in merito la Coldiretti, non a caso, fa presente come anche i terreni, rispetto ad altri asset, siano diventati dei porti sicuri, vere e proprie forme appetibili di investimento al fine di mettere al riparo la liquidità dalle fluttuazioni di mercato. Il tutto per effetto della crisi dell’economia che poggia sulla carta, ed a vantaggio dei terreni agricoli e della campagna che nel tempo ha sempre svolto un ruolo anticiclico rispetto alle congiunture sfavorevoli.

 

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