Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, oggi presenterà davanti al Congresso un piano per il rilancio dell’occupazione di 300 miliardi di dollari (il 2% del pil), in tagli alle tasse e aumento della spesa pubblica. In cambio, chiederà allo stesso Congresso di trovare i fondi dal taglio alle agevolazioni fiscali, i cosiddetti loopholes, soprattutto in favore dei contribuenti più ricchi.
Tra le ipotesi, si parla del finanziamento di opere infrastrutturali, in particolare della manutenzione di opere in parte fatiscenti, come ponti, strade, porti, etc.
Difficilmente, il Congresso darà la sua approvazione. La Camera è in mano ai Repubblicani, i quali hanno già fatto sapere che non intendono ridurre le agevolazioni fiscali, la quale misura si tradurrebbe in un aumento di fatto della pressione fiscale. Obama chiederebbe di fare rientrare le misure per il finanziamento del fondo da 300 miliardi, all’interno di un piano di riduzione strutturale del deficit nel lungo periodo.
I dati sull’occupazione sono particolarmente allarmanti negli USA. Ad agosto, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,1%, mentre sono stati creati soltanto 17 mila posti di lavoro e il numero degli occupati non si è mosso di un’unità. Preoccupa la Casa Bianca, in relazione anche alle presidenziali di novembre 2012, il fatto che il mercato del lavoro venga considerato debole nel medio-lungo termine, con prospettive di disoccupazione stabilmente sopra l’8% fino al 2013.
Inoltre, pesa l’incognita della recessione, che incombe nelle previsioni sullo scenario a medio termine. Il rischio di un “double-dip” viene considerato abbastanza realistico dagli analisti, che da mesi fanno i conti con una forte decelerazione del tasso di crescita, più che dimezzatosi rispetto all’ultimo trimestre del 2010.