Berlusconi non si fa interrogare, ma il memoriale non basta

Il Premier oggi non riceverà la delegazione della procura di Napoli a Palazzo Chigi per impegni internazionali. L’ha comunicato ufficialmente Nicolò Ghedini al procuratore Giandomenico Lepore. In questo caso non è valida la norma del legittimo impedimento, anche perchè Berlusconi non è indagato, doveva essere ascoltato come parte lesa. La nota che è arrivata ieri alla procura, oltre a parlare degli impegni del Cavaliere a Strasburgo e Bruxelles, fa capire ai pm che dovranno accontentarsi di un memoriale del presidente del Consiglio, oltre ad una nota tecnica dei legali.

Nel memoriale, Berlusconi ribadirà quello che va dicendo da giorni e che ha ripetuto ieri al programma “Mattino 5”, cioè che non c’è stata nessuna estorsione, ma solo l’aiuto ad una famiglia bisognosa messa in difficoltà dalla magistratura. Il Premier ha dichiarato anche di sentirsi offeso dai giornali che parlano di una sua fuga dall’interrogatorio: «E’ una assurdità. Non devo scappare, non sono preoccupato di incontrare dei magistrati da testimone in un caso dove ho aiutato una famiglia in difficoltà, una famiglia con figli piccoli, con un’altra famiglia a carico, passata dall’agiatezza alla miseria, anche per l’intervento dei magistrati».

Quindi Berlusconi, dopo aver inviato il suo memoriale alla procura, considera il discorso chiuso, non sentendosi in dovere di testimoniare come parte lesa, proprio perchè non c’è stata nessuna estorsione di quegli 850mila euro da parte dei suoi amici Giampaolo Tarantini e Valter Lavitola. Quello che spaventa di più Berlusconi e i suoi legali è che, nonostante il Cavaliere si dichiari non vittima di estorsione, gli venga imputato nel corso dell’interrogatorio il reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, o di intralcio alla giustizia, tutti reati punibili con un massimo di 6 anni di carcere. In pratica si passerebbe da estorsione a corruzione, con la conseguente iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati.

Si preannuncia una vera e propria lotta fra la procura di Napoli e Berlusconi, che comunque verrà nuovamente richiesto per un interrogatorio dalla stessa procura. Pare poi che anche il legale di Berlusconi, Ghedini, sia in qualche modo implicato nell’indagine. Dagli interrogatori a Tarantini è emerso che Ghedini avrebbe una sorta di ruolo all’interno della vicenda, ma il legale non si presenterà davanti ai pm, per ragioni che attengono al segreto professionale.

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