Il consiglio di amministrazione della Fondazione Monte Tabor, a cui fa capo il San Raffaele, ha deliberato una proposta di salvataggio della controllata, al fine di evitare il fallimento, così come era stato richiesto la settimana scorsa dai Pm di Milano Orsi, Pedio e Ruta. Secondo il piano, lo Ior e l’imprenditore genovese Vittorio Malacalza rileveranno le attività direttamente connesse alla sanità e alla ricerca, anche delle controllate, per un totale di 260 milioni di euro e si accolleranno connesse passività per altri 500 milioni.
L’operazione complessiva sarà, dunque, di 760 milioni (somma tra acquisti cash e passività rilevate). Le altre attività, tra cui gli immobili in Brasile, saranno cedute e si calcola che in un paio di anni il valore di cessione possa ammontare a 200 milioni circa.
Quanto ai creditori, quelli privilegiati saranno saldati per intero, mentre il restante della platea dovrebbe ottenere tra il 50% e il 60%. Il piano ora è stato inviato al Tribunale e dovrà essere approvato dai creditori, come indica la legge. Raggiunto, comunque, l’obiettivo di salvaguardare le attività “core” del complesso ospedaliero, nonchè il lavoro di tutti i dipendenti.
Almeno all’inizio, la newco creata con questo piano di salvataggio, vedrà azionisti al 50% ciascuno sia lo Ior che Malacalza. Resta adesso nelle mani dei creditori la decisione se preferire l’amministrazione controllata e il conseguente fallimento o la proposta di Ior-Malacalza. Sebbene il rimborso dei crediti per molti di loro non sarà integrale, la soluzione potrebbe essere preferibile in ogni caso a quella del fallimento, che allungherebbe i tempi e non vi sarebbe certezza della quota rimborsata di credito per ciascuno.