Core Tier 1 al 9%, banche italiane a caccia di 14,7 miliardi

Il vertice di Bruxelles di mercoledì scorso ha esitato un’intesa sulla ricapitalizzazione delle banche, che entro pochi mesi dovranno essere in grado di raggiungere un livello di patrimonializzazione più solido, indicato in un Core Tier 1 al 9%, contro il precedente 5% minimo imposto a luglio.

Complessivamente, per le 90 banche europee sotto osservazione si tratta di racimolare 106 miliardi di euro, di cui 14,7 miliardi per le banche italiane. La cifra non è alta, se si pensa che vi siano stati, come la Spagna e Grecia, che necessiteranno una ricapitalizzazione complessiva del proprio sistema bancaria, rispettivamente di 26 miliardi e di 30 miliardi.

Meno di noi dovranno ricapitalizzarsi le banche francesi, per 8,8 miliardi e quelle tedesche, per 5,2 miliardi. Può sembrare paradossale, dato che è noto come Parigi sia complessivamente molto più esposta dell’Italia verso gli stati a rischio, come la Grecia. Ma la cifra deriva dal fatto che vengono tenuti in considerazione solo i titoli di stato a rischio, non le esposizioni verso imprese e famiglie in quei Paesi.

E i cinque istituti di credito italiani (Intesa-Sanpaolo, Unicredit, MpS, Banco Popolare e Ubi Banca) dovranno fare i conti con le variazioni negative dei nostri titoli di stato, di cui sono posseditrici in quantità non indifferenti. Tuttavia, Intesa-Sanpaolo, secondo un calcolo preliminare, non sarebbe tenuta a ricapitalizzarsi nel breve, in quanto anche con le nuove regole, essa avrebbe un Core Tier 1 del 9,2%, superiore al limite minimo indicato.

Sarebbero, invece, 7,3 miliardi quelli richiesti a Unicredit, anche se tenendo presente le conversioni di strumenti in azioni ordinari, la cifra si ridimensionerebbe a 4,3 miliardi.

Tre i miliardi richiesti a MpS, anche se il conto finale potrebbe essere nullo, in considerazione anche in questo caso degli strumenti convertibili in azioni.

Banco Popolare necessiterebbe 2,8 miliardi, i quali potrebbero, almeno in parte, essere recuperati tramite l’anticipo della conversione dei bond già emessi. Infine, Ubi Banca avrebeb bisogno di 1,48 miliardi, ma che potrebbe raccogliere senza rifinanziarsi sul mercato.

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