USA, Cain tiene nei sondaggi anche dopo le accuse di molestie

La sfida delle primarie americane del Partito Repubblicano non accenna a mostrare fasi morte nella lunga maratona che culminerà con l’assegnazione ufficiale della nomination, prevista per il mese di agosto del 2012. Solo a febbraio si inizierà a votare stato per stato, con i caucus che chiuderanno definitivamente a maggio, quando tutti gli stati avranno espresso la loro preferenza per l’uno o l’altro candidato del GOP. Al momento, pare che tutti vogliano fare a gara per diventare tra i primi stati in cui si vota, perchè queste elezioni interne, fino a pochi mesi fa considerate poco appassionanti, si sono al contrario trasformate in un palcoscenico molto suggestivo per elettori e addetti ai lavori. La potente Florida dovrebbe essere così tra i primi stati a prevedere le primarie, intorno a febbraio, ma la data potrebbe essere anticipata per sbaragliare tutti. Gli ultimi sondaggi sono molto meno certi di quelli di questi mesi. Il Washington Post e ABC hanno pubblicato una rilevazione secondo cui in testa resterebbe Mitt Romney con il 24%, ma a un solo punto di distacco da Herman Cain, l’imprenditore nero della pizza, che manterrebbe un ottimo 23%, mentre precipita al 13% il governatore del Texas, Rick Perry.

Stupisce il dato di Cain, dopo che la scorsa settimana sono state divulgate accuse di molestie nei suoi confronti da parte di due donne, risalenti al 1990, quando l’uomo era a capo dell’Associazione Nazionale dei Ristoranti d’America. Avrebbe pagato 45 mila dollari a una donna affinchè tenesse la bocca chiusa e si vocifera di altri 35 mila dollari a un’altra donna.

Tuttavia, nonostante Cain abbia ammesso di avere pagato, ma solo una cifra pari a qualche mese di stipendio, i sondaggi mostrano come gli elettori di destra siano poco interessati alla faccenda, con il 55% dei votanti del GOP che ritiene che queste accuse siano poco serie e addirittura il 70% sostiene che, quale che sia la verità, essa non influirà sul proprio atteggiamento di voto. In questa fase, dunque, sembra molto più interessare il disegno fiscale di Herman Cain, con quel suo affascinante 9-9-9 che mira a scardinare il farraginoso sistema fiscale americana, abbattendo le aliquote su lavoro e imprese.

E non vuole restare indietro proprio sul tema delle tasse l’altro candidato della destra dura, Rick Perry, che ha già proposto una flat tax del 20% e nessuna tassazione sui consumi. Una svolta controcorrente quella della destra americana, visto che i Democrats insistono addirittura per aumentare la progressività delle aliquote.

Impostazioni privacy