Mario Monti prepara la squadra, fioccano i nomi, le indiscrezioni e qualche polemica

Qualcuno si ricorderà che già nel 1993 ci fu il “governo dei professori” e sembra proprio che a quasi un decennio di distanza ne avremo un altro. Le indiscrezioni impazzano e danno in pole position l’Università Bocconi, seguita dalla Cattolica, nel ruolo di “fornitrici” delle menti (si spera) eccelse che dovranno guidare l’Italia tra pochi giorni. Per ora ci sarebbero solo due politici tra i “papabili” e cioè Giuliano Amato ed Emma Bonino. Del primo non ci sono molte curiosità da raccontare, tranne il fatto di essere diventato una sorta di “jolly” che spunta fuori quando meno te l’aspetti; nel suo curriculum può vantare due presidenze del Consiglio e quattro volte la titolarità del ministero del Tesoro ed ora potrebbe andare agli Interni o agli Esteri, anche se per la seconda destinazione sembra esserci la “concorrenza” del dirigente Gianpiero Massolo.

La Bonino invece, indicativamente destinata alle Politiche Comunitarie, può contare sul rapporto di conoscenza che la lega proprio al prof. Mario Monti, una collaborazione di vecchia data durante la sua permanenza alla Ue in veste di “commissaria”, durante la quale si dice che i due abbiano sviluppato una grande e reciproca stima.

Per la Difesa il nome che circola è quello del generale Rolando Mosca Moschini, ex capo di stato maggiore e tuttora consulente militare di Napolitano. Guido Tabellini, professore di economia alla Bocconi, viene dato invece per probabile al dicastero dell’Economia, ma ci sarebbe sul tavolo l’ipotesi dell’interim per lo stesso Monti, oppure l’affidamento a Lorenzo Bini Smaghi o Saccomanni. Altri due “bocconiani” vengono ipotizzati per il ministero dello Sviluppo e quello delle Infrastrutture, rispettivamente Carlo Secchi e Lanfranco Senn, mentre il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi verrebbe assegnato all’Istruzione. Per la poltrona “bollente” della Giustizia si parla di Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte costituzionale, ma anche di Ugo De Siervo. Il Lavoro andrebbe al professor Carlo Dell’Aringa (sfuma quindi l’ipotesi di Pietro Ichino?) e le Attività produttive a Catricalà.

Infine, è polemica da parte del quotidiano cattolico “Avvenire” sulla possibile assegnazione del ministero della Salute a Umberto Veronesi: “Certe ipotesi sembrano scherzi. E non e’ proprio tempo di scherzare” ha chiosato freddamente il direttore Marco Tarquinio.

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Tutta questa “isteria” nello sfornar nomi su giornali e telegiornali ha infastidito però il presidente della Repubblica, che in una nota ha stigmatizzato le voci incontrollate e smentito sue possibili ingerenze: “Il Quirinale non partecipa in alcun modo a qualsivoglia ‘toto ministri’, considerandolo un esercizio del tutto gratuito… Il Quirinale mette in guardia nei confronti di una confusa e arbitraria ridda di nomi di presunti candidati a rappresentanti di governo”.

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