SIRI: volendo puoi portarlo su Android, ma forse non ti conviene!

Una delle cose più interessanti della tecnologia è il fatto che più le cose cercano di restare nascoste, più gruppi di hacker si concentrano e si organizzano per eludere i blocchi tipici delle società che operano in un regime closed source.

Tra le società simbolo della tecnologia a codice chiuso c’è sicuramente Apple, che comunque non ha potuto impedire il jailbreak per sbloccare l’iPhone e a quanto pare non è riuscita nemmeno a tenere segreto il codice di Siri, il nuovo assistente vocale di Apple, forse l’unica vera novità vista nel nuovo iPhone 4S.

Un gruppo di hacker che fanno parte del progetto Applidium è riuscito a decifrare il codice di questa applicazione ed ha ottenuto che in fin dei conti questa applicazione può essere trasportata anche su uno smartphone Android, però c’è un problema.

A quanto pare, “trasportare” questa applicazione non è difficile, ma per poter usare Siri si necessita di un codice UDID, che riconosce in modo univoco un dispositivo Apple. Considerando che la comunicazione avviene tramite serve iCloud, è chiaro che da Cupertino verrebbero immediatamente a conoscenza che un codice riservato ad un determinato iPhone è stato usato per scopi non naturali.

Chiaramente Apple potrebbe bloccare facilmente questi codici. Per procurarsi un codice è necessario possedere un iPhone 4S, bisogna effettuare una procedura per smanettoni, con il rischio che da Cupertino blocchino sia l’iPhone che lo smartphone Android. Ecco perché il progetto potrebbe fermarsi molto presto.

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