Cina, forte calo del manifatturiero. Rischio recessione globale

L’indice flash Hsbc del manifatturiero delle Pmi in Cina nel mese di novembre conferma i timori di un forte rallentamento dell’economia globale, che si sta riflettendo anche nella produzione dei paesi emergenti. La stima preliminare da l’indice a quota 48, rispetto ai 51 di ottobre. Un livello così basso non si vedeva dal marzo del 2009, mentre soltanto un’altra volta era sceso sotto quota 50, a settembre, quando si era attestato a 49,9.

E 50 rappresenta lo spartiacque tra contrazione ed espansione, pertanto, il dato diffuso ieri da Pechino indica che la produzione manifatturiera sarebbe in contrazione, come probabile conseguenza di quanto sta accadendo nel resto del pianeta. Si teme, infatti, che l’economia globale si stia avvitando su se stessa e ciò stia avendo ripercussioni negative sulla domanda e sulla produzione.

La conferma potrebbe venire già oggi con la diffusione dei dati sul manifatturiero di Francia, Germania e dell’intera Eurozona. I dati sono tutti attesi in diminuzione e ciò sarebbe la seconda botta per i mercati, già colpiti dalla revisione al ribasso di ieri del pil USA del terzo trimestre. Se la stima preliminare era di un +2,5% e il consensus puntava al 2,4%, la revisione ha raggelato tutti, con il meno vigoroso +2%.

E già ieri i listini asiatici erano girati in negativo sulla scorta di quanto comunicato dalla Cina, seguiti dalle chiusure negative delle piazze occidentali, timorose anche per il cattivo andamento dell’economia di USA ed Europa.

Pechino ora potrebbe rivedere la sua politica monetaria, come suggerito dall’ultimo rapporto del Fondo Monetario, abbassando i coefficienti di riserva obbligatoria per le banche, tentando così di incoraggiare gli investimenti. Il margine di azione è stretto, a causa di un tasso d’inflazione che viaggia tra il 5 e il 6%.

 

 

Impostazioni privacy