A Torino è Mal’Aria, la città soffoca tra lo smog

E’ Torino la città più inquinata d’Italia e la Lombardia la regione che più di ogni altra in Italia soffoca tra lo smog. Lo dice il Rapporto “Mal’aria”, lo studio annuale di Legambiente  che fotografa l’inquinamento atmosferico nelle principali città d’Italia, analizzando i dati delle emissioni da  Pm10 rilevati dalle centraline.

Sul podio dello smog, oltre a Torino dove lo scorso anno si sono rilevati ben 158 superamenti, figurano anche  Milano e Verona con 131 e 130 superamenti rilevati nella peggior centralina delle due città. La “top ten nera” dell’inquinamento da PM10 “pullula” di città  del nord: Alessandria (125), Monza (121), Asti (117), Brescia (113), Vicenza (112), Cremona (109), Frosinone (108).

Tra le aree che più delle altre soffocano nello smog c’è la pianura Padana, mentre tra le regioni con il più alto numero di città “colpevoli” degli  sforamenti c’è la Lombardia che fa il “pieno”. Qui tutti i capoluoghi sforano: tutti  hanno superato il “bonus” dei 35 giorni. Le città che al nord rispettano la legge sono poche: tra queste  Verbania, l’unica che si salva in Piemonte, Belluno  in Veneto, Cesena in Emilia Romagna e Gorizia in Friuli Venezia Giulia.

Insomma l’inquinamento dell’aria nelle città italiane avanza. Nel 2011, il 67% dei capoluoghi di provincia monitorati non ha rispettato il limite consentito di superamenti. Lo smog da Pm10 nel 2011 è cresciuto del 12% rispetto all’anno precedente. Colpa soprattutto del traffico veicolare.  Ecco allora l’affondo di Legambiente va ai provvedimenti “spot” anti-smog delle amministrazioni locali: “Al traffico – commenta Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – si risponde troppo spesso con interventi occasionali di emergenza, come blocchi del traffico o targhe alterne, che possono servire a qualcosa solo se programmati in modo continuo nel tempo e associati a provvedimenti quali il pedaggio urbano”. E l’area C a Milano allora? Bene, commenta Legambiente, ma non basta. “Sarebbe auspicabile integrarla con misure su zone più estese. Il tutto, poi, va coordinato a livello nazionale da un Piano di risanamento della qualità dell’aria- continua la Muroni –  che ancora si fa attendere, e al quale si devono associare altre misure come quelle sul riscaldamento che in molte città contribuisce in maniera sostanziale all’aumento dell’inquinamento dell’aria. La soluzione è possibile, richiede però più coraggio da parte degli amministratori e più responsabilità da parte dei cittadini”.

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