Liberalizzazioni: cosa c’è di positivo e cosa invece non c’è ed andava fatto

Facendo un’analisi a mente fredda del decreto legge sulle liberalizzazioni di poco meno di 48 ore fa, dobbiamo riconoscere oggettivamente la bontà ed il coraggio di alcune decisioni, che non erano state prese in 50 anni e che invece i tecnici in pochi mesi sono riusciti a realizzare (Parlamento permettendo!). Da un altro punto di vista però, da un governo non politico, quindi più impermeabile alle critiche delle categorie, ci si poteva aspettare decisioni meno timide, quanto meno come le voci dei giorni precedenti lasciavano presagire.

Ma cominciamo con i “Più” di questo decreto. Una norma evidenziata non quanto merita, ma rivoluzionaria in positivo, è senz’altro quella che permette ai giovani fino ai 35 anni di creare una società con soltanto 1 euro di capitale sociale. Al di là delle tasse sugli utili o delle spese fisse a prescindere che un’azienda ha, quello che blocca in entrata molte persone con tanta voglia di lavorare ed idee brillanti è il capitale iniziale che la formazione di una società richiede: abolire questo costo porterà molti ragazzi e molte ragazze a diventare imprenditori di successo e magari col tempo anche alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Bene la scelta di aprire un pochettino la casta dei notai, con altri 500 posti disponibili, bene la scelta di ampliare la rete delle farmacie per aumentare la concorrenza, bene la scelta di dare la possibilità ai benzinai, proprietari di pompe, di rifornirsi per il 50% del carburante al di fuori della marca principale, bene l’abolizione delle tariffe minime per i professionisti, bene i risparmi sulle Rc Auto per chi farà installare, a spese delle Imprese Assicuratrici, la scatola nera sulla propria autovettura, ottima la decisione di creare un Tribunale ad hoc per le Imprese (la lentezza dei procedimenti giudiziari nel nostro Paese, è il primo fattore che fa fuggire gli imprenditori esteri), con l’auspicio che tutto il processo di giustizia, anche per i privati cittadini, venga presto riformato, migliorando velocità e qualità del servizio. Bene la separazione tra Snam ed Eni, che porterà ad un abbassamento dei costi in bolletta per i cittadini.

Cosa manca però? Davvero tante cose: tralasciando l’ipotesi di abolizione degli ordini professionali, che in Italia nessuno putroppo avrebbe il coraggio di fare, perchè non si è avuta la forza di separare Rfi da Ferrovie dello Stato, dando la possibilità ad altre società (come quella di Montezemolo e Della Valle per esempio) di competere alla pari, portando ad una riduzione dei prezzi dei treni, ormai arrivati ad un livello insostenibile? In questo settore si è intervenuti solo dove non si doveva: niente contratto collettivo nazionale per chi lavora nelle Fs. Quindi non si risparmierà con la concorrenza, ma sugli stipendi ed i diritti dei lavoratori?

Perchè non si è portati nelle parafarmacie i farmaci di fascia C, come si era tentato un mese fa? Questo sì che avrebbe portato ad una abbattimento importante del prezzo dei farmaci, come tutte le associazioni dei consumatori reclamavano! Perchè niente più possibilità di saldi e sconti 12 mesi su 12 nel commercio, con le tasche dei cittadini che ne avrebbero tratto un importante sollievo?

Infine, giusto portare i tirocini da 24 a 18 mesi (di questi però solo 6 nelle Università mentre si studia per laurearsi e 12 negli studi), ma perchè eliminare la retribuzione obbligatoria ai tirocinanti che il governo precedente aveva introdotto? Il solito assist alle caste?

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