Tsunami sulla rete: dopo il caso Megaupload arriva la paura, Filesonic e altri sospendono il servizio

Dopo il clamoroso abbattimento di Megaupload e l’arresto del suo proprietario, è ormai dilagante la paura in rete tra i siti denominati “cyberlocker” e cioè che offrono o, meglio, offrivano dei servizi per il libero carico/scarico di files, compresi eventualmente quelli protetti da copyright. E’ toccato ora a FileSonic.com, sito che ha deciso di auto-sospendersi dal servizio, come spiega un messaggio apparso oggi, limitandosi a permettere la conservazione ed il ritrovo dei soli files “personali” dei singoli utenti, previa registrazione. Discorso simile, ma meno “traumatico”, quello che ha riguardato invece VideoBB.com, portale specializzato nello streaming dei video, che ha invece chiuso per alcune ore l’accesso pubblico alla propria libreria per avviare la rimozione autonoma di tutti i files palesemente illegali.

Ha scelto invece la via del “banning” il sito Uploaded.to, applicando una modifica ai propri server per inibire l’accesso di utenti provenienti dagli Stati Uniti, proprio a seguito del caso Megaupload, evitando così di coinvolgere di nuovo la giurisdizione dell’Fbi. Queste notizie in ogni caso sono in continuo aggiornamento e rappresentano la punta dell’iceberg di un processo in evoluzione, o sarebbe meglio dire “involuzione”, che sembra quasi riportare agli albori della rete, quando per trovare un qualsiasi tipo di file bisognava avviare interminabili ricerche per finire in chissà quali sconosciuti meandri.

Non manca però chi ostenta sicurezza, come il colosso Rapidshare, che fa sapere di essere tranquillo e confidare nei propri sistemi di sorveglianza, non tacendo il fatto di non offrire incentivo alcuno per lo scambio dei files, a differenza del rivale sanzionato: “I provider legittimi non hanno niente di cui aver paura, finchè si adeguano alle richieste di chi detiene i diritti e non fanno finta di nulla verso la pirateria ospitata sui propri siti internet, il file sharing è un’attività perfettamente legale“. Ci sono volute quindi le fortissime pressioni delle lobbies dell’intrattenimento presso il Congresso americano (legislazione Sopa/Pipa) per avviare quella che ancora non si capisce se sia una ondata di “legalità”, che sta penalizzando i siti più visitati dell’intero pianeta, o un disdicevole preludio ad una più ampia censura che riguarderà non solo del materiale coperto da copyright, ma ogni cosa che risulti scomoda al potente di turno. Quel che è certo è che ogni nazione sta procedendo in modo indipendente sulla questione, con la Francia che ha adottato da tempo la durissima legge denominata Hadopi, una norma che colpisce anche chi viene beccato come semplice “scaricatore” di materiale pirata, e che nei casi più gravi può arrivare al “divieto di utilizzo” di internet.

In tutto questo, sono in pochi a ricordare che non tutto quel che circola è frutto di una reale o pretesa condotta illegale, e tra i tanti appelli c’è anche quello della comunità di videogiocatori americani, che improvvisamente si vede “ghettizzata” e chiede aiuto: “La comunità modders (“modificatori” NDR) dei giochi per Pc utilizza tutti questi siti per distribuire le proprie opere; non c’è nulla di illegale in questo, come accidenti faremo d’ora in poi?

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