Monti: “L’Ue porti alla riduzione dei tassi!”. Merkel: “La Germania non vuole essere obbligata a nulla”

Ieri è andata in scena un’altra puntata del botta e risposta a distanza ed indiretto tra Monti e la Merkel, sempre all’insegna della grande educazione, ma fortemente significativo della loro diversità di vedute. Il Presidente del Consiglio italiano ha dichiarato in Parlamento: “Quando, in parallelo ai pesanti sacrifici per i cittadini, il Governo chiede che l’Europa dia un segno di riconoscimento, non stiamo chiedendo denaro alla Germania: chiediamo che la governance dell’Eurozona evolva in modo da consentire una ragionevole riduzione dei tassi di interesse“, ribadendo per l’ennesima volta che solo un lavoro globale e coeso di tutti i Paesi dell’Unione Europea, a livello federale e non intergovernativo, può costituire la svolta decisiva verso la sconfitta della crisi economica mondiale. Rigore, tagli, e tasse dei Paesi a livello individuale, infatti, non costituiscono una soluzione durevole.

Monti ha ricordato come ora l’Italia non venga più vista in Europa come una mina vagante in crisi, ma come un alleato che contribuisca alla sua soluzione. Le misure prese infatti negli ultimi mesi  dal suo governo e da quello Berlusconi hanno trasmesso ottimismo a tutti gli altri Paesi Europei.

Pdl, Pd e Terzo Polo hanno firmato una mozione in favore del Governo su questi stessi temi, in vista del Consiglio Europeo del 30 Gennaio.

La Merkel dal canto suo, nel discorso di apertura del meeting del Forum Economico Mondiale ha ricordato come la Germania non voglia tirarsi indietro, ma che pur rappresentando la più grossa economia europea, non può essere obbligata a sforzi che non è sicura di poter sopportare. La Premier Tedesca ha espresso dubbi anche sull’innalzamento del fondo salva stati e dispiacere per la mancata approvazione della Tobin Tax (in quest’ultimo caso ha ragione) sulle transazioni finanziarie.

La Merkel ha poi convenuto sulla necessità ora di passare da politiche all’insegna del rigore (che nei singoli Stati si sono tradotte in fin dei conti solo in nuove tasse e tagli dei servizi che provocheranno ulteriore contrazione dei consumi e delle stesse economie) a quelle per la crescita, con riforme struttuali, che dovrebbero partire proprio dal mondo del lavoro. La Germania ha chiesto ai Paesi vicini nei mesi passati di aumentare le tasse, mentre essa stessa le diminuiva, perchè sa bene che solamente un incentivo economico ai cittadini può rilanciare l’economia.

In realtà il poco spirito di solidarietà della Germania rischia di rivelarsi un boomerang per lo stesso popolo tedesco, avvantaggiatissimo dalla moneta unica: un eventuale ritorno al Marco forte metterebbe infatti in fortissima crisi le esportazioni della loro imponente produzione.

 

 

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