No Tav, caos anarchico al maxi processo a Torino fra grida e insulti

Insulti, slogan, proteste. Cosí ieri al processo dei no Tav a Torino, imputati e amici degli imputati hanno manifestato il loro dissenso. Il maxi processo è stato caratterizzato da un’udienza lampo, di circa 30 minuti, a causa delle proteste e delle letture di due comunicati e nonostante i tentativi di Quindo Bosio, del presidente del tribunale delle Vallette di Torino, di fermare un fiume in piena. I 53 imputati per i fatti del 2011, hanno poi lasciato l’aula dirigendosi verso la Val Clarea per una nuova manifestazione.

È stata un’escalation piú che una improvvisa presa di posizione. L’udienza infatti si è aperta con la voce di due imputati che accusavano l’imparzialità della corte e rigettavano i legali d’ufficio affibbiatigli. Poi gli insulti, le grida e infine è stata la volta della pubblica accusa, anch’essa presa di mira e insultata. Un uragano insomma che ha lasciato il palazzo di Giustizia per recarsi al cantiere della Tav di Chiomonte. Gli imputati “pericolosi socialmente” e vittime a loro dire di una propaganda mediatica, rigettano le etichette e i metodi con i quali stanno per essere giudicati.

Certo, un processo che si svolge da mesi nell’aula bunker in cui vennero processati i brigatisti negli anni di piombo e in un periodo decisamente meno remoto, gli ‘ndranghetisti del processo Minotauro, non poteva che riservare sorprese di questo tipo soprattutto alla luce dei toni che da diversi giorni si intuiscono essere forti e chiari. È del 25 febbraio una dichiarazione postata su Facebook, di un illustre rappresentante di chi pensa che la Tav sia uno scempio ambientale, Erri De Luca: «Le mie parole sulla lotta contro la TAV in Val di Susa stanno tra virgolette nel capo di imputazione firmato dalla Procura di Torino. Quelle parole stanno tra virgolette come prova del crimine. Quelle mie parole stanno in manette tra le virgolette. Non posso scioglierle ma posso ribadirle. L’opera TAV in Val di Susa è di catastrofica nocività per aria, acqua, suolo e salute pubblica di quella terra, oltre che grottescamente inutile. Da recidivo delle mie convinzioni dichiaro che va fermata, arrestata e pertanto sabotata». Ora è indagato per reato d’opinione.

Al di lá dell’opinione che ciascuno si può fare, bene la Tav Torino-Lione perché è la strada per il futuro, male perché ucciderà ecosistemi e tradizioni, non è ammissibile l’anarchia verificatasi ieri in un’aula che è simbolo di ció che stiamo provando a cambiare. Le chiusure ottuse non piacciono a nessuno, anche se il tema è scottante e controverso e da piú l’idea di una lotta impari contro il progresso, la macchina del futuro.

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