Ripartenza della Serie A lontana: Spadafora mette in allarme i club

La ripartenza della Serie A, sospesa per l’emergenza coronavirus, potrebbe non esserci: i dubbi del ministro Spadafora fanno crescere l’allarme tra i club

I dubbi crescono, le possibilità di ripartenza della Serie A diminuiscono. Sempre più caos intorno al mondo del calcio italiano con il ministro della salute Vincenzo Spadafora a frenare le velleità dei club che vorrebbero ripartire il prima possibile. Uno scontro nel quale non vengono risparmiate accuse e veleni e che potrebbe portare anche allo stop definitivo al campionato 2019/2020. Il Governo potrebbe decidere di seguire l’esempio della Francia che ha detto stop alla Ligue 1. Lo spiega, intervistato da La 7, lo stesso ministro Spadafora: “La strada per la ripresa del campionato è stretta. La decisioni che stanno prendendo gli altri paesi potrebbero spingerci a seguire la stessa linea europea”.

Linea già adottata da Belgio e Olanda, oltre che dalla Francia, ma non dalla Germania che si prepara a ripartire, così come Spagna e Inghilterra. Così accadrà con il nostro campionato? Ripartirà la Serie A e se sì quando? Interrogativi che trovano una risposta non certo positiva nelle parole del ministro: “Il protocollo presentato non è stato ritenuto sufficiente. Ho affermato sempre che ripresa degli allenamenti e ripresa del campionato non fossero cose collegate. Se non si vuole l’incertezza, si seguisse l’esempio di Francia e Olanda: fermiamo tutto”.

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Spadafora allontana la ripartenza della Serie A: cosa accade con classifica e diritti tv

Spadafora frena ripartenza della Serie A
Spadafora frena la ripartenza della Serie A (Getty Images)

Le parole del ministro Spadafora sanno quasi di condanna: niente ripartenza della Serie A sembrerebbe essere l’orientamento politico. “Se la ripresa non sarà in sicurezza dovremo fermarci ed è assurdo che alcuni presidenti non lo capiscano”. Parole chiare che aprono interrogativi sulla ripresa del campionato: se non ci fosse cosa accadrebbe con la classifica? E come si comporteranno le tv detentrici dei diritti? Nel primo caso la traccia è stata già data dall’Uefa, almeno per i piazzamenti europei. Si dovrà tenere conto del giudizio del campo e quindi varrebbe la classifica fin qui maturata con Juve, Lazio, Inter e Atalanta in Champions. Le retrocessioni dovrebbero essere bloccate con il prossimo anno un torneo a 22 squadre: le 20 di questa stagione più Benevento e Crotone con il rischio di un’estate passata in tribunale.

Poi c’è la questione diritti tv con Sky e Dazn che hanno già versato parte del dovuto relativo a partite mai trasmesse: cosa accadrà? Non certo un argomento secondario visto che i proventi dei diritti tv tengono in piedi tutto il carrozzone calcio.

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