Quando riparte il calcio: i nodi da sciogliere prima dell’ok

Quando riparte il calcio? Si ragiona per ripartire nelle condizioni migliori: dalla scadenza 30 giugno ai protocolli, sono ancora tanti i nodi da sciogliere

Il pallone si compatta e prova a ricominciare, ma prima vanno sciolti alcuni nodi importanti prima di capire quando riparte il calcio. Il primo naturalmente riguarda il famoso protocollo stilato dalla commissione tecnico-scientifica della FIGC. Bisogna che sia a prova di bomba, bisogna che siano chiarite tutte le perplessità, anche perché senza un protocollo valido e validato è impossibile ricominciare. E le perplessità ci sono, eccome: ben 17 società su 20 di Serie A ne hanno espresse attraverso i propri medici sociali. I dubbi restano ancora tantissimi, e vanno chiariti.

Anche per questo la scadenza del 4 maggio per la ripresa degli allenamenti rischia di slittare e di conseguenza rischia di slittare anche il nuovo start del campionato. L’unica cosa certa per ora è l’ultimo giorno utile per chiudere i giochi, e l’ha fissato la UEFA nel 3 agosto. Anche per questo se non si riesce a rispettare il calendario bisognerà cercare soluzioni alternative e anche per questo riprende quota l’ipotesi playoff.

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Quando riparte il calcio: il problema delle scadenze al 30 giugno

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Il pallone della Serie A (Getty Images)

Un altro problema riguarda la situazione contrattuale dei calciatori in prestito o in scadenza al 30 giugno. La FIFA ha dato l’ok, specificando che l’ideale sarebbe fissare nella fine della stagione (quindi dopo la finale di Champions League, prevista per fine agosto) la fine ideale anche dei contratti che fino al pre Covid terminavano a giugno. Una soluzione che sarebbe ottima, anche per non mettere in difficoltà i club che contano su parecchi calciatori in prestito o quasi free agent, ma non di semplice sviluppo. L’organo di governo calcistico mondiale, infatti, ha anche specificato che l’accordo resta fra società e calciatori. Ma una soluzione univoca bisogna trovarla, e presto: un altro nodo da sciogliere in una matassa sempre più confusa.

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Il pallone Serie A (Getty Images)
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