“The Revenant”: Di Caprio, vegetariano, mangiò davvero fegato di bisonte

Per girare “The Revenant”, il film che gli vase l’Oscar come migliore attore, Di Caprio affrontò prove difficilissime.

Nel 2015 Alejandro González Iñárritu, celebre e rispettato regista messicano, diresse un ambizioso film sulla storia di un cacciatore di pelli vissuto nella prima metà dell’Ottocento. Per via della reputazione degli autori e degli attori coinvolti, si cominciò a parlare di “The Revenant” da molto prima di vederne circolare trailer o immagini di scena. L’attore protagonista, Leonardo Di Caprio, veniva da un’interpretazione molto apprezzata per “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese.

Una volta intuito l’argomento del film e il tipo di ambientazione fu piuttosto chiaro a tutti gli addetti che per Di Caprio sarebbe stata l’ennesima occasione per tentare di vincere il suo primo Oscar dopo cinque candidature. In “The Revenant” interpreta Hugh Glass, un cacciatore di pelli che durante una spedizione commerciale in Nord Dakota nel 1823 viene attaccato da un orso e ridotto in fin di vita. Abbandonato dai suoi compagni di viaggio, che lo credono spacciato, riesce a sopravvivere.

“The Revenant” vinse tre Golden Globe e tre premi Oscar su dodici candidature, tra i quali quello per la migliore regia e quello per il migliore attore protagonista. Di Caprio, che di ruoli ne aveva già avuti 27 in tutta la sua carriera fino a quel momento, definì quello di “The Revenant” il più difficile che gli fosse mai capitato.

FORSE POTREBBE INTERESSARTI >>> “Inception”, un dettaglio spiega la verità sulla scena finale

Di Caprio in “The Revenant”: le prove più ardue

La premiazione di Di Caprio alla notte degli Oscar del 28 febbraio 2016, in California (Getty Images)

In una delle scene più rivoltanti di tutto il film l’attore protagonista, assalito dai morsi della fame, si nutre del fegato crudo di un bisonte. Di Caprio, peraltro noto per essere un convinto ambientalista e vegetariano, raccontò di aver mangiato veramente quel fegato in scena per rendere più credibile e autentica la sua interpretazione. “Addentare la membrana che avvolge il fegato è come mangiare un palloncino”, spiegò poi in un’intervista.

Per aumentare il realismo del film il regista Iñárritu decise di girare in luoghi dai climi particolarmente rigidi, prima in Canada e poi nella Terra del Fuoco in Argentina. A causa delle temperature bassissime, fino a -40 °C, tutta la troupe e gli attori rischiarono più volte l’ipotermia. Di Caprio girò anche diverse scene nelle acque gelide di fiumi semighiacciati.

Le condizioni ambientali poco clementi causarono inoltre qualche malanno allo stesso Di Caprio. L’attore utilizzò in funzione scenica persino quelli. In certi passaggi del film, quando dà alcuni colpi di tosse, Di Caprio stava male sul serio.

Impostazioni privacy