Coronavirus, Bologna: 18 positivi in un’altra azienda di spedizioni

Il coronavirus, dopo i casi accertati di Bartolini in quel di Bologna, torna a colpire un’altra azienda che opera nel campo delle spedizioni.

Bologna sotto i riflettori. Nel capoluogo emiliano, dopo il focolaio scoppiato alla Bartolini, con 31 casi positivi al coronavirus, un’altra azienda è stata colpita. Parliamo di Tnt, con 18 nuovi casi di contagio. Se sommiamo i casi, delle ultime ore e delle due aziende che operano nello stesso campo, arriviamo quasi a quota 50. Un numero elevatissimo e inaccettabile per chi oggi lavora in un settore sempre più a rischio, a volte, anzi, molto spesso, con tutele ridotte o con la mancanza degli appositi strumenti per contrastare il contagio proprio sul luogo di lavoro. Nell’azienda Tnt sono stati effettuati tamponi a tappeto: 220 dipendenti sottoposti al test anti Covid-19. Tutti praticamente. Perché, in questo momento delicato, il rischio è altissimo e ogni minima noncuranza del caso potrebbe portare ad una “riapertura” del virus stesso, catastrofica sotto tutti i punti di vista.

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Troppi casi di coronavirus nelle aziende addette alla logistica: si fanno sentire i sindacati

coronavirus bologna
Tesserati SI Cobas Bologna (Foto Facebook SI Cobas Bologna)

Da settimane i sindacati chiedono che venga rivisto un piano più appropriato alla causa, ma soprattutto che arrivi una lunga riflessione sul settore della logistica. Un settore lasciato, quasi, allo sbando e che vede, oggi, incrementare i proprio lavoratori, non tutelati come dovrebbe invece essere. Una situazione fuori controllo. Per questo e altri motivi, è arrivata la denuncia del sindacato Si CobasUna denuncia sotto forma di richiesta formale alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo e al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. In breve, richiesto un incontro con le parti governative poc’anzi citate. Un incontro urgente che dovrà definire soluzioni adatte a tutelare la salute e i livelli salariali e occupazionali dei lavoratori in questione. L’emergenza in corsa deve “abbracciare” ogni tipo di classe, senza alcuna assurda distinzione. Il coronavirus non fa e non ha mai fatto distinzioni nel colpire i suoi bersagli.

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