Riapertura stadi: marcia indietro, scontro totale. Cosa succede ora

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(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

La secca smentita arriva dai tecnici del comitato scientifico, che hanno considerato le parole di Spadafora una “follia”. Non è possibile, secondo loro, permettere la riapertura degli stadi a un tifoso su tre, in quanto le variabili attorno all’andamento della curva epidemiologica sono ancora troppe. Sarebbe quindi una mancanza di responsabilità riaprire gli impianti a un numero maggiore dei 1000 previsti ora.

Quello che sta accadendo in Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania (dove gli stadi sono stati aperti a un maggior numero di spettatori) è emblematico: in tutti questi Paesi la pandemia è tornata a far paura, con l’Italia che per ora riesce a contenere il numero dei contagi (il cui tracciamento, ricordiamo, è affidato al numero totale dei tamponi). Riaprire gli stadi in questo momento, per il comitato scientifico, sarebbe un vero e proprio autogol (per usare un’altro termine calcistico).

La curva epidemiologica è piuttosto ondulatoria ma rispetto a un mese fa è decisamente salita, quindi ci vuole pazienza e rispetto delle norme per cercare di contenere quanto più possibile i numeri. Per gli stadi di nuovo popolati (seppur in parte) bisognerebbe ancora aspettare.

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