Esito negativo del tampone, ma il bambino è morto 18 mesi prima

Arriva a casa l’esito di un tampone negativo, ma suo figlio è morto 18 mesi prima a causa di una malformazione alla testa.

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Photo by Dan Kitwood/Getty Images

La vicenda è accaduta a Firenze, dove Lorenzo Vieri un geometra di 33 anni ha ricevuto l’esito di un tampone fatto al suo bambino che è morto 18 mesi prima. Un anno e mezzo fa Lorenzo ha dovuto piangere la morte di suo figlio, morto per una malformazione alla testa. Qualche giorno fa, però, ha ricevuto qualcosa di molto singolare. Arriva dall’ASL Toscana Centro, presidio ospedaliero di Prato: il referto contenuto all’interno della busta riguardava l’esito di un esame rinofaringeo. L’esame è stato fatto con tanto di numero di richiesta e  identificativo del paziente.

L’esito del tampone è negativo, ma quello che stupisce Lorenzo è il fatto che il suo bambino sia morto un anno e mezzo prima. Si chiede quindi come possano essere “attendibili” i dati sul coronavirus e se c’è qualcuno che lucra su questi tamponi “falsi”. Il tampone sarebbe stato eseguito il 29 settembre 2020, alle ore 14:04. Il richiedente sarebbe un non specificato Istituto medico toscano.

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I dati del coronavirus non sono reali: tamponi falsi?

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Tamponi (Getty Images)

A Firenze, un padre di 33 anni ha ricevuto un tampone con esito negativo fatto sul figlio. Il piccolo è morto 18 mesi fa. Da tempo si vocifera che l’aumento dei tamponi e i numeri, i dati raccolti non siano reali. Sembra esserci qualcosa di strano. E questo caso ha fatto emergere una stranezza. C0m’è possibile che il tampone sia stato fatto ad un bambino morto 18 mesi fa? Che attendibilità ci dobbiamo aspettare dai dati rilasciati dal ministero della salute?

Si potrebbe trattare di un caso di omonimia, ma nel documento ricevuto dal sig. Veri si specifica il codice fiscale del bambino, la sua età e l’esatta data di nascita. L’intestatario del referto è il reparto di patologia clinica dell’ospedale di Prato gestito dal dottor Ismaele Fusco. Lorenzo non si spiega come sia possibile tutto ciò, anche perché lui non ha mai conosciuto il dottor Fusco e non è mai andato all’ospedale di Prato. Il referto originale è conservato presso il laboratorio di biologia molecolare di Prato e Veri sarebbe curioso di sapere cosa c’è scritto.

 

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